Trivigliano – Un intero borgo che diventa la Betlemme di 2020 anni fa. E’ Trivigliano, la cittadina della Ciociaria abitata da circa 1600 anime, molte delle quali, nel periodo natalizio, impegnate nel realizzare il presepe vivente. Tutti danno il proprio contributo per trasformare il centro cittadino fatto di stretti vicoli che corrono tra le case, archi, scalinate e vecchie cantine, nell’ambiente in cui nacque Gesù. Un lavoro il loro che si ripete da anni e che ogni anno viene migliorato, aggiustato, perfezionato.
Il progetto necessita non solo di attori e figuranti, ma anche di carpentieri capaci di costruire baracche, pontili in legno; artigiani per gli indumenti e le calzature dell’epoca; fabbri e falegnami.
Ieri a Trivigliano la fila in attesa di accedere al percorso era lunghissima ma nonostante il flusso di diverse migliaia di visitatori, l’organizzazione ha ridotto al minimo i tempi di attesa. Un percorso tra mercati, tratta degli schiavi, feste nuziali, gli insuperabili lebbrosi che si dimenavano sulle scale in cerca di elemosine, lanaioli e panettieri, ma anche osterie che ristoravano i visitatoti con assaggi di vino, formaggio, bruschette e caldarroste. Tutto intervallato dai momenti salienti della Natività: dall’Angelo che annuncia a Maria la nascita di Cristo a Erode che ordina ai soldati di uccidere tutti i bambini appena nati, alla tenda dei Re Magi, fino alla stalla e alla mangiatoia. Un contesto capace di riscaldare i cuori nonostante le temperature fossero tutt’altro che primaverili.
Un presepe vivente, tra l’altro, arricchito da pezzi pregiati della cultura contadina ciociara e dagli animali che la caratterizzavano. Tra i battitori del grano, le filatrici di lana, le ricamatrici, scorrazzavano agnelli, asini e le impertinenti oche capaci di infilare collo e testa dappertutto. Inoltre due mulini del 1400, gioielli ancora funzionanti della tradizione contadina, erano parte integrante del Presepe. Una bella immagine di Trivigliano e della gente che la abita, non solo per la riuscita dell’iniziativa, ma soprattutto per la coesione dimostrata nel realizzarla.
Ermanno Amedei