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Il saluto del vescovo Antonazzo alla città di Cassino

Il Vescovo Gerardo ANtonazzo ha ricordato il 76° anniversario della distruzione bellica di Cassino ed ha parlato della nuova attuale emergenza dovuta alla pandemia Covid 19, esprimendo la propria vicinanza e incoraggiando la popolazione a ritrovare lo stesso spirito di ricostruzione che la distinse nell’immediato dopoguerra.

«Carissimi amici, le restrizioni alle quali tutti siamo obbligati al motivo del Coronavirus non hanno permesso le consuete e importanti celebrazioni commemorative della distruzione della nostra città di Cassino, ciò non toglie la mia viva partecipazione nel ricordo di questo drammatico evento. Ho celebrato anche la santa messa a suffragio di tutte le vittime della città, cadute in quei tragici eventi della sua distruzione. Tutti speravamo di non dovere vivere mai più né qui a Cassino né nella nostra Italia eventi cosi drammatici come quelli della guerra che hanno segnato in modo del tutto drammatico e particolarmente violento la città martire. Nell’anniversario della sua distruzione – ha continuato l’Alto Prelato – ci ritroviamo a dover fronteggiare ancora una volta una grave emergenza che tanto dolore, paura, smarrimento e confusione sta diffondendo e  provocando nelle nostre comunità civili e anche religiose. Dobbiamo saper reagire e guardare in faccia il reale e insidioso pericolo di questa epidemia, ma dobbiamo saper sperare in quella capacità tutta nostra di reagire per ricostruire e ridare speranza in un futuro speriamo migliore alla vita ordinaria di queste nostre comunità tanto amate come la città di Cassino. Ognuno di noi deve essere responsabile e partecipe per il contenimento della diffusione di questa gravissima epidemia. E’ un grande patrimonio il valore della unità e della condivisione per poter guardare tutti avanti nella stessa direzione. La ripartenza direi è la parola d’ordine che deve motivare ogni impegno responsabile di ciascuno. Il Vescovo è vicino e spiritualmente presente, un po’ meno fisicamente perché tutti legati a quell’isolamento in casa che deve essere necessario per arginare il contenimento del Coronavirus. Siamo tutti in una condizione di estrema fragilità. A questa città tanto amata la mia particolare benedizione».

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