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Cassino, a maggio tre sedute di Consiglio comunale su Covid19, Tav, bilancio, tributi e ripresa economica del territorio

CASSINO – Sono ormai sette giorni che non si registrano nuovi casi di contagi da covid19, l’ultimo risale al 30 aprile scorso, e la Città comincia a guardare alla Fase 2. Un principio di ripartenza pur senza abbassare la guardia e nel rispetto delle disposizioni nazionali e locali per evitare possibili innalzamenti della soglia dei contagi. In settimana hanno riaperto i parchi con all’ingresso i dipendenti comunali e all’interno i volontari che monitorano attentamente la situazione. Poche persone alla volta e quasi tutti regolarmente muniti di mascherina, segno del rispetto delle regole da parte dei cittadini. Anche la politica si è rimessa in moto, sono infatti, previsti nel mese di maggio tre sedute del Consiglio comunale, come deciso nella Conferenza dei capigruppo che si è riunita questa mattina e che si svolgeranno nella Sala Restagno, l’unica a garantire le misure di sicurezza e la distanza interpersonale. Il primo Consiglio si riunirà venerdì prossimo, 15 maggio, e la seduta sarà dedicata esclusivamente al Covid: l’analisi della fase uno e la programmazione della fase due.
Si tornerà in Aula, poi, martedì 19 maggio per parlare della Tav e dell’ospedale. In quella seduta verranno portate anche importanti delibere di giunta e le interrogazioni e mozioni dell’opposizione. Verrà inoltre consegnata la documentazione per il bilancio: il previsionale verrà quindi discusso e votato il 10 giugno.
Riparte anche il lavoro delle opposizioni in Consiglio comunale che hanno presentato tre mozioni, a firma dei consiglieri Fontana, Petrarcone, Bevilacqua e Mignanelli, su cancellazione dei tributi comunali per i commercianti e l’addizionale Irpef per i cittadini danneggiati dalla pandemia; sull’impegno della Regione a non trasferire il reparto di pneumologia a Frosinone e poi l’impegno a rimodulare, attraverso una concertazione con Ferrovie dello Stato il progetto Tav nel territorio. Sulla Tav interviene anche il consigliere Mario Abbruzzese, che chiede al sindaco di convocare immediatamente la Consulta dei sindaci per discutere della Tav e della stazione da realizzare nel territorio del Cassinate. Intanto nella giornata di ieri sono state montate le telecamere a Campo Miranda per meglio sorvegliare gli ingressi al mercato. I dispositivi sono stati installati anche per monitorare il fenomeno dei furbetti, ma si rivelano utili anche per quando riprenderà il mercato con tutti gli stalli e si dovranno regolamentare gli ingressi per evitare pericolosi assembramenti.

Pesante la situazione delle attività commerciali nonostante abbiano già riaperto alcuni bar, con servizio da asporto. La ripresa del commercio sarà tutt’altro che indolore, come denunciano le associazioni di categoria secondo cui alzare le saracinesche costerà uno sforzo ben più grosso di quello fisico. Tornare al “bancone” necessita di aiuti adeguati per ricominciare, sostengono gli esercenti. Tra le associazioni di categoria e l’Amministrazione è stata istituita l’ Unità di Crisi per la ripartenza della città. Soddisfazione da parte di Confcommercio Lazio Sud Cassino, del presidente Bruno Vacca, per l’annullamento delle tasse sui rifiuti e occupazione di suolo pubblico per il periodo di chiusura imposto dalle autorità competenti, alle attività commerciali. Il governo cittadino ha di fatto accolto le proposte presentate proprio dal presidente della Confcommercio Lazio sud territoriale, Bruno Vacca, nel corso di una serie di incontri con il sindaco e alcuni rappresentanti della sua giunta.

Gli esercizi commerciali sono senza dubbio quelli che, più di altri hanno risentito degli effetti economici dovuti all’emergenza sanitaria. L’immediata chiusura di bar, ristoranti, negozi di abbigliamento e quant’altro è stato un colpo duro per l’economia della Città e dl territorio. Otto negozi su dieci sono a rischio è stato sottolineato nell’incontro dei giorni scorsi. Tre aziende su quattro rischiano di dover licenziare più di qualche unità di personale per non cessare l’attività, ma questo significherà che aumenterà in maniera esponenziale la disoccupazione sul territorio, e non solamente quella giovanile. Maurizio Coletta, commerciante e referente del settore esercenti di Cofimprese, non ha nascosto la realtà: l’80% degli esercizi commerciali rischiano di non alzare più la saracinesca. O meglio ancora: solo due negozi su dieci non avranno problemi nella fase di ripartenza, tutti gli altri rischiano o di non farcela proprio o di ridurre il personale o, peggio ancora, di fermarsi poco dopo essere ripartiti.

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