Monterotondo – “La morte di un uomo è avvenuta come disperato epilogo della ripetuta violenza da questi inflitta a tutte le donne della sua famiglia per anni”.
La Procura della Repubblica di Tivoli, con a capo il procuratore Francesco Menditto, ha chiesto ed ottenuto dal Gip del tribunale l’archiviazione nei confronti di Deborah Sciacquatori, la ragazza oggi 20enne che il 19 maggio dell’anno scorso ha accoltellato a morte il padre Lorenzo di 42 anni.
Nessun effetto aveva avuto la condanna dell’uomo per le violenze domestiche; all’uscita dal carcere, tutto era tornato come prima. Quella mattina alle 5, il 42enne tornò a casa ubriaco come spesso accadeva. In casa c’era la compagna, la madre di lui con gravi patologie e cieca, e c’era Deborah. Ore di delirante violenza in balia dell’uomo che portò le tre donne e la zia Debora arrivata per aiutarle, a fuggire di casa. Prima di uscire dall’appartamento prese “l’unica cosa –raccontò agli inquirenti- con la quale potevo difendermi, cioè un coltello che avevo in camera sulla mensola, e me lo sono messo nella tasca del pigiama… ero veramente terrorizzata. Temevo che mio padre potesse ucciderci tutte ed in particolare mi madre; avevo capito ormai che la situazione era degenerata ed era ormai gravissima”.
Le richieste di aiuto delle donne rimasero “senza che nessuno dei vicini chiamasse le forze dell’ordine nonostante le urla”. Dopo botte e colpi inferti dal 42enne con pugni e bottigliate, vedendo la madre spalle al muro, la 19enne ha impugnato il coltello che aveva nella tasca del pigiama puntandolo all’orecchio destro dell’uomo, in quel momento è accaduto qualcosa e la lama è affondata nella carne. Alla vista del sangue ha gettato via il coltello gridando “Che ho fatto… papà scusa.. ti prego non morire, ti voglio bene”.
La richiesta di archiviazione del caso è certamente dovuta anche alla perizia medico legale secondo la quale il decesso è avvenuto a causa della lesione di una arteria recisa dal coltello, con conseguente emorragia. La natura della ferita e la zona attinta hanno portato il medico legale ad escludere che vi sia stata intenzionalità e che nelle fasi concitate descritte, l’uomo si fosse voltato di scatto favorendo la penetrazione della lama”.
Nel sangue del 42enne è stata accertata la presenza di cocaina e un tasso alcolemico di 3,11 grammi per litro. Per questo la procura ha escluso l’omicidio volontario. “Quello avvenuto appare piuttosto un inatteso epilogo all’esito della condotta violenta dell’uomo”. Il giudice per le indagini preliminari, concordando con la valutazione della procura, ha ritenuto applicabile la causa di giustificazione della legittima difesa e, con questa formula, ha archiviato il caso.