Apparentemente era un imprenditore albanese che operava nel campo edile, ma in realtà gestiva una vera e propria associazione a delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di droga. È questa l’accusa a cui dovrà rispondere l’uomo insieme ai suoi sodali.
Questa mattina, infatti, 13 persone, sono state raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, notificata dai Carabinieri di Frosinone ed emessa dal Gip del tribunale di Roma, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Capitale e della Procura di Frosinone.
Le ordinanze consegnate oggi sono frutto di un’indagine avviata già nel 2017 quando l’aiutante dell’imprenditore albanese era stato trovato in possesso di oltre mezzo chilo di cocaina nascosta nell’intercapedine di un camino di un edificio dismesso.
A seguito di pedinamenti e controlli i Carabinieri sono riusciti a ricostruire il giro che faceva la droga: lo stupefacente arrivava nel capoluogo ciociaro tramite canali malavitosi romani e, dopo lo stoccaggio e la suddivisione in dosi, veniva immesso su piazza per la vendita al dettaglio grazie a una fitta rete di spacciatori in grado di rifornire, anche a domicilio, i tanti acquirenti della Provincia.
Il sodalizio criminale era particolarmente attivo tra i Comuni di Frosinone, Ferentino, Anagni, Alatri e Veroli, guidato dall’imprenditore edile albanese e dal suo aiutante. Oggi, a termine delle formalità di rito, gli arrestati sono stati portati al carcere di Frosinone, mentre uno dei principali indagati è stato accompagnato nel carcere di Cassino, poiché risultava già arrestato il 3 giugno scorso nell’ambito dell’operazione “Amnésia” condotta sempre dalla stessa compagnia dei Carabinieri di Frosinone.
In passato, un primo intervento ha permesso di rinvenire e sequestrare oltre 60.000 euro occultati in una intercapedine segreta all’interno del cruscotto di un’auto, e un secondo intervento ha portato al sequestro di altri 45.000 euro e ha permesso ai Carabinieri di certificare la consegna di ben oltre 105.000 euro per la fornitura all’ingrosso della cocaina ricevuta da due corrieri romani. Successivamente i Carabinieri erano riusciti a localizzare un vero e proprio “magazzino all’aperto” dello stupefacente dentro una pineta in località Monte Radicino a Ferentino e gestito, per conto dei due albanesi, l’imprenditore e il suo aiutante, da due italiani della zona.
Questi, nascondendosi dietro un’attività di pastorizia, gestivano una piazza di spaccio operativa h24 e diventata punto di riferimento per i consumatori della periferia frusinate. Lo spiegamento di circa 50 militari, supportati da unità cinofile, ha permesso al tempo di ritrovare nell’area, sotterrati a ridosso di grossi massi, due contenitori in plastica con all’interno 4,5 chili di cocaina pura, e vari altri recipienti vuoti che facevano ritenere che in quel punto fossero stati nascosti almeno altri 40 chili di cocaina.
Pochi giorni dopo il ritrovamento della droga, è stato inferto al gruppo criminale un altro duro colpo con il sequestro, presso un ovile di Anagni, di 250.000 euro in contanti che, per renderli introvabili, erano stati ingegnosamente affidati a una donna insospettabile.