Colleferro – “Io un maestro di Mma me lo sono sposato e c’ho messo su famiglia. Ho sposato i suoi 34 anni di kung fu e l’amore per i ragazzi che allena. Guantoni, kimono, guantini da gabbia, para colpi, sacco e caschetto”.
È lo sfogo di una giornalista moglie di un maestro di Mma.
“Il rigore, la disciplina. La lotta a terra. La mossa di ‘Re mistero’ come erroneamente la chiamiamo io e mia figlia. Il rispetto per l’avversario. Li conosco i suoi allievi. Sono stata in palestra con loro, hanno mangiato a casa nostra, non hanno mai accannato un compleanno di mia figlia. Sono ragazzi, gente sana. Bella gente, molto più di tanti ‘puzza culo’ in camicia bianca, zero tatuaggi e la “mazzetta” sotto il braccio. (Vanno di moda le descrizioni, non vorrei, ma mi abbasso al livello). Ribadisco: io li conosco. Conosco il loro mondo. Ho visto mio marito combattere sul ring e dentro una gabbia. Ho visto, la scorsa sera, tutto il suo dolore per la morte di un ragazzo di 21 anni. Gli occhi persi e la voce impotente nel dire: ‘no, noi non siamo così. È una narrazione del tutto sbagliata’. Mi sono vergognata di essere una giornalista. Solo questo”.