La giunta comunale ha approvato le tariffe del Canone Unico patrimoniale. La Legge 160/2019 istituisce, a decorrere dal 2021, infatti, il Canone patrimoniale di concessione, autorizzazione o esposizione pubblicitaria, in sostituzione di COSAP, ICP e qualsiasi canone ricognitorio o concessorio previsto da norme di legge e dai regolamenti comunali.
Con la delibera di Giunta è approvato il nuovo piano tariffario, rimandando l’approvazione del regolamento di disciplina della nuova entrata e dei coefficienti moltiplicatori delle tariffe entro il termine previsto dalla legge attraverso una delibera di Consiglio Comunale.
“La stesura del nuovo regolamento è stata un’operazione complessa – ha dichiarato l’assessore al bilancio e alle finanze, Riccardo Mastrangeli – dovendo conciliare entrate con caratteristiche diverse tra loro e considerando che molti degli aspetti precedentemente disciplinati non sono più presenti nella nuova normativa. Unificare in un unico canone i previgenti prelievi consentirà, da un lato, di razionalizzare e di rendere più efficiente la riscossione di detta entrata e, dall’altro, di semplificare gli adempimenti per i soggetti passivi. Il presupposto del nuovo prelievo è l’occupazione delle aree appartenenti al demanio o al patrimonio indisponibile degli enti, degli spazi soprastanti o sottostanti il suolo pubblico e la diffusione di messaggi pubblicitari, mediante impianti installati su aree appartenenti al demanio o al patrimonio indisponibile degli enti, nonché sui beni privati, laddove siano visibili da luogo pubblico o aperto al pubblico sul territorio comunale, o siano posti all’esterno di veicoli adibiti sia ad uso pubblico che ad uso privato.
Il nuovo canone sostituirà, oltre ai tributi minori, qualunque altra forma di prelievo oggi vigente, salvo quelli connessi a prestazioni di servizi, garantendo l’invarianza di gettito rispetto alla somma delle entrate soppresse. Le tariffe contenute nelle nuove norme – ha concluso Mastrangeli – non determineranno un aumento della pressione contributiva dei soggetti obbligati, poiché costituiscono semplicemente una rivalutazione agli indici ISTAT”.