Roccasecca – Soluzioni tampone in attesa della realizzazione del V bacino della discarica di Roccasecca. E’ quanto emerge dal tavolo tecnico che si è tenuto questa mattina alla Regione Lazio in merito al rischio emergenza rifiuti a Roma scaturito dall’inchiesta giudiziaria che ha portato all’arresto della dirigente regionale che gestiva il ciclo dei rifiuti Flaminia Tosini e l’imprenditore Valter Lozza, titolare della Mad e della discarica di Roccasecca ormai prossima alla chiusura.
Nelle more dell’inchiesta, ci sono tutte le autorizzazioni concesse alla Mad per l’ampliamento dell’impianto roccaseccano, ma anche quelle relative all’ulteriore ampliamento indicato con il V bacino. Autorizzazioni che leggendo gli atti della procura di Roma, sarebbero state ottenute aggirando controlli e addirittura veicolandoli non tanto dall’imprenditore, ma dalla dirigente con funzioni di controllore. Eppure la discarica di Roccasecca non è stata sequestrata dal sostituto procuratore Paolo Jelo che ha coordinato le indagini.
Nonostante le gravità delle accuse e della vicenda che ruota sulla discarica, la regione Lazio sembra puntare ancora su Roccasecca. Lo si legge chiaramente nella nota che ha seguito la riunione del Comitato tecnico per scongiurare “il rischio di una nuova emergenza rifiuti -si legge- nella città di Roma legata alla prossima chiusura della discarica di Roccasecca. Per la Regione Lazio erano presenti l’assessore al ciclo dei rifiuti Massimiliano Valeriani, il capo di gabinetto Albino Ruberti e la direttrice generale con interim al Ciclo dei Rifiuti, Wanda D’Ercole, mentre per il Comune di Roma hanno partecipato l’assessore Katia Ziantoni, il capo di gabinetto Stefano Castiglione, il segretario generale Gabriella Acerbi e il direttore delle Politiche ambientali Nicola De Bernardini. Hanno preso parte all’incontro anche rappresentati della Prefettura di Roma e di Arpa Lazio.
Nel corso della riunione -si legge- i rappresentanti di Roma capitale hanno escluso la possibilità che l’impianto Ama di Rocca Cencia possa aumentare la propria capacità di trattamento, così come l’ampliamento dell’area di trasferenza dei rifiuti, annunciando inoltre che gli uffici comunali esprimeranno parere negativo nella conferenza dei servizi per il rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale richiesta dall’azienda Ama per il Tmb di Rocca Cencia, in quanto l’impianto è destinato alla chiusura nei prossimi mesi. Il Comune di Roma, pertanto, ha respinto tutte le richieste che l’Amministratore Unico dell’Ama ha rivolto negli ultimi giorni alla Direzione regionale competente”. Insomma, i rifiuti di Roma devono andare altrove, e non possono sporcare il territorio capitolino e neanche la provincia romana. “I rappresentanti dell’Amministrazione regionale – si legge infatti nella nota- hanno ribadito l’impegno a riattivare in brevissimo tempo gli accordi con altre regioni italiane, come la Toscana e l’Abruzzo, per consentire il conferimento dei rifiuti capitolini negli impianti di trattamento e smaltimento che verranno indicati dall’Ama. Per sottoscrivere gli accordi, però, è necessario che l’azienda del Comune di Roma formalizzi le quantità dei rifiuti da conferire fuori regione e proceda con l’individuazione degli operatori privati e la conseguente stipula dei contratti”. Ma portare i rifiuti nelle altre regioni è solamente una soluzione tampone, non nell’attesa di individuare una discarica nel territorio in cui i rifiuti vengono prodotti, o per riaprire discariche chiuse in tutta frett, e quanto pare ancora non esaurite a come quella di Colleferro, ma nell’attesa di compiere un ulteriore scempio in Ciociaria.
Ed infatti la Regione scrive che “già nella giornata di oggi la Regione scriverà a tutti gli operatori del Lazio per favorire una ripartizione dei rifiuti Ama da trattare, mentre gli uffici tecnici valuteranno il procedimento amministrativo in fase di istruttoria per l’apertura del V invaso della discarica di Roccasecca”.
Insomma, appare evidente che per la Regione, Roccasecca costituisca ancora l’unica soluzione per smaltire le immondizie romane e non solo quelle dei cassonetti, ma anche quella di una politica che calpesta il territorio che dovrebbe difendere.
Ermanno Amedei