Roccasecca – Sulla vicenda della discarica della Mad, il comune di Roccasecca, dopo il terremoto giudiziario in seguito al quale, i carabinieri del Noe hanno arrestato per corruzione e concussione l’imprenditore Valter Lozza, titolare della Mad, insieme a Flaminia Tosini, direttore regionale delle politiche ambientali e ciclo dei rifiuti della Regione Lazio chiede di chiudere l’impianto.
La discarica di Roccasecca, e tutti gli atti per autorizzarne l’innalzamento e quindi l’ampliamento, hanno arricchito il capo A dell’ordinanza di arresto dei due.
Il comune di Roccasecca, per voce del suo sindaco Giuseppe Sacco che da oltre due anni si batte per chiedere la chiusura della discarica ormai esaurita, anche a seguito della vicenda giudiziaria ha fatto chiesto a tutti gli enti, uffici regionali in primis, compreso quello del gabinetto del presidente, al ministero della Transizione ecologica ed anche la presidenza del Consiglio dei Ministri di effettuare una verifica sulla effettiva capienza e capacità residuale del bacino, se l’impianto ancora è in funzione e, nel qual caso, di chiuderlo.
La discarica con una deliberazione del consiglio dei ministri del 20 aprile 2020, vista la crisi, ne disponeva la prosecuzione di utilizzo dell’impianto fino al 31 gennaio 2020. “al netto della vicenda giudiziaria chiediamo una verifica dei effettivi conferimenti in discarica dal primo gennaio 2019”. Lo dichiara il sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco. “Ci risulta che per il 2019 -ricostruisce Sacco- erano autorizzate circa 180 mila tonnellate di conferimento nel quarto bacino, e circa 24 mila tonnellate per il terzo . Dai dati dei conferimenti effettuati in quell’anno, ci risulta che delle 214 mila tonnellate di disponibilità totale, 180mila tonnellate erano già state esaurite. Al primo gennaio 2020 rimaneva una capienza di poco più di 20mila tonnellate, la nona parte di quanto era stato scaricato nell’anno precedente. Vorremmo che gli enti preposti verificassero questi dati” Inoltre Sacco sottolinea anche che “a gennaio dello scorso anno, secondo una verifica di Arpa Lazio, i conferimenti da fuori Ato avevano già sforato la quota prevista”. Il 50 per cento della volumetria complessivamente approvata poteva arrivare da fuori provincia di Frosinone.” Dal primo gennaio ad oggi, qualcuno si è chiesto dove stanno conferendo i rifiuti”.
Il secondo l’ultimo provvedimento autrizzatorio a noi noto limitava l’esercizio della discarica al 31 dicembre 2020. Chiediamo una verifica, perché nel caso stessero ancora conferendo in quel sito, chiediamo in forza di quale autorizzazione e su quale area”.
Inoltre nelle intercettazioni con le quali gli investigatori hanno ricostruito tutto l’impianto accusatorio della corruzione e della concussione, infatti, emerge la preoccupazione di Lozza confessata all’amica dirigente regionale del superamento, all’interno dell’impianto di Roccasecca già di 200mila metri cubi di rifiuti rispetto alla misura prevista. Già questo dettaglio avrebbe dovuto far muovere qualche ufficio per controllare ma, ancor più, avrebbe dovuto spingere la procura di Roma, che addebita ai due indagati gravi irregolarità per mantenerla operativa, a chiedere il sequestro dell’impianto ma, il procuratore aggiunto Paolo Ielo, sostiene che, dovendo procedere per corruzione, il sequestro non è previsto.