Arpa nella discarica di Roccasecca, da Roma 300 mila tonnellate oltre il consentito
Roma, 29 lug 14:21 – (Agenzia Nova) – Una montagna 302.426 tonnellate di rifiuti è stata sversata abusivamente nella discarica di Roccasecca tra gli anni 2016 e marzo 2021 e, buona parte di questa immondizia, proveniva da Roma. A scriverlo in una relazione tecnica è l’Arpa Lazio, dopo che l’Agenzia il 30 marzo 2021 ha effettuato un sopralluogo nell’impianto ciociaro di proprietà della Mad. La discarica oggi è chiusa in seguito alla vicenda giudiziaria che ha portato all’arresto dell’imprenditore Walter Lozza, titolare della Mad, e della dirigente regionale responsabile della gestione dei rifiuti nel Lazio Flaminia Tosini. Proprio gli illeciti commessi nella fase autorizzativa per l’ampliamento della discarica di Roccasecca con il V bacino, in cui sarebbero state sversate altre 440mila tonnellate, rientrano, tra altre contestazioni, nell’inchiesta che ha portato all’arresto i due e alla chiusura della discarica. Seppure non autorizzato, “l’ampliamento” c’è stato, non di 440 mila tonnellate ma di quelle 302mila sversate senza autorizzazione.
I cancelli della discarica avrebbero dovuto chiudere a metà dicembre 2020 con l’esaurimento del V bacino ma gli scarichi di immondizia hanno continuato e per questo, a marzo, l’Arpa ha voluto verificare dove fossero stati abbancati. “Da una prima analisi della documentazione acquisita in sede di sopralluogo – si legge nella relazione dell’agenzia regionale per l’ambiente -, non avendo riscontrato una esatta corrispondenza tra i quantitativi dei rifiuti autorizzati con quelli annotati nel registro di carico e scarico dei rifiuti, si è proceduto ad eseguire una estrapolazione delle Determinazioni Dirigenziali che si sono succedute nel corso degli anni quali modifiche sostanziali e non sostanziali”. È emerso quindi che “dal 2016 al 2021 sarebbero state autorizzate ad essere abbancate nella discarica di Roccasecca 739.441 tonnellate di rifiuti, dalle risultanze della verifica Arpa ne sarebbero state abbancate, invece 1.041.867 tonnellate, cioè 302.426 in più”.
Dallo studio dell’Arpa si evince che nella discarica di Roccasecca, ed in particolare nei lotti 3 e 4, del quarto Bacino, cioè l’ultimo autorizzato in attesa del V bacino la cui autorizzazione è stata bloccata dalla vicenda giudiziaria, a fronte di 187.771 tonnellate autorizzate, risulterebbero conferite in discarica 328.195 tonnellate, pari a 140.424 tonnellate in più a quanto riportato nei provvedimenti autorizzativi. Ma non solo la volumetria, l’Arpa ha attenzionato anche la provenienza dei rifiuti, in maniera specifica per l’anno 2020 e per i primi quattro mesi del 2021. In questo quadro si evince che i rifiuti provenienti dalla Saf, quindi dal consorzio dei comuni della provincia di Frosinone che fanno parte della stessa Ato di cui la discarica di Roccasecca è asservita, sfiorano il 30 per cento senza mai raggiungerlo. Le società di raccolta e smaltimento della Capitale, Ama e Giovi, invece, superano abbondantemente il 55 per cento del totale conferito.
“I dati evidenziano – si legge nella relazione – che, escludendo Saf, la maggior parte dei rifiuti provengono dagli impianti E. Giovi S.r.l. (36,28 per cento nel 2020 e 33,33 per cento nel 2021) e Ama S.p.a. di Rocca Cencia (17,74 per cento per il 2020 e 16,09 per cento per il 2021), impianti di trattamento meccanico-biologico dei rifiuti urbani ricadenti nell’Ato Roma”. Oltre gli esuberi in termini di tonnellate, ci si domanda anche quanto sia alta la collina di immondizia. L’altezza che avrebbe dovuto raggiungere con la volumetria autorizzata era di 16 metri e 70 centimetri. Per questo l’Arpa chiede alle istituzioni di effettuare una verifica del piano altimetrico ma al momento nessuno sembra aver effettuato la verifica.