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Cassino – Bandiere rosse, la tromba intona bella ciao: l’ultimo saluto a Vincenzo Durante

Cassino – Si è svolto domenica pomeriggio in piazza de Gasperi il funerale laico di Vincenzo Durante, già consigliere comunale della città martire. Alle 17 il feretro ha lasciato l’abitazione di Vincenzo per giungere nella piazza gremita passando attraverso le bandiere rosse rette dai compagni di sempre, accolto da L’internazionale e accompagnato da un lungo applauso che ha dato il via alla cerimonia tra i pugni chiusi al cielo.

Rino Tarallo di Asia Usb ha detto “L’anno scorso proprio in questo periodo con Vincenzo e i compagni organizzammo il black lives matter, oggi invece facciamo i conti con la sua dipartita. Cassino e il movimento comunista perdono il compagno Vincenzo Durante. Un compagno che è stato un faro per i tanti che hanno avuto la fortuna di incrociare il suo cammino su questa terra. L’abnegazione e lo spirito rivoluzionario continueranno a scorrere nelle nostre vene. Integerrimo, incorruttibile intellettualmente onesto e amorevole con i più giovani. Vincenzo non era una persona facile, poteva apparire burbero e testardo ma chi come noi lo ha conosciuto profondamente sa che nel suo grande cuore batteva indomita la lotta partigiana. […] Vincenzo è stata una delle persone che ho conosciuto a non piegare mai la testa, né davanti al potere né davanti alle forze dell’ordine né tantomeno si è fatto ammaliare dalle sirene di una politica piccola piccola che ha combattuto fino all’ultimo giorno onorando l’amata bandiera rossa”.

Anche il ricordo di Chiara De Marchis “I ricordi mi travolgono, piango, rido, piango e rido ancora. Piango perché ti ho perso, come compagna, amica e come membro di una comunità che ti è infinitamente grata per tutto quello che hai fatto, per l’esempio che mi hai dato: un piccolo grande uomo, la forza travolgente della semplicità e della coerenza, dell’orgoglio di essere comunista nel 2021, di camminare su una strada ma controcorrente, dove il vento soffia se noi smuoviamo l’aria dove i suoni si sentono se noi facciamo rumore, dove incontriamo altri se noi li andiamo a cercare. E con te le cose, o si facevano in grande o non si facevano. E siamo arrivati alla Fiat con trombe, bandi e musicista, abbiamo preso le case per chi non l’aveva occupando una ex caserma militare, un palco gigantesco per la festa di Riscossa Popolare, bandiere e magliette per la campagna elettorale del 2016, unici in tutta Italia a contestare re “Giorgio” Napolitano. Tu eri così e la Cassino dei padroni ha sempre tremato di fronte alle tue iniziative. Eri leale e sincero, pignolo a non finire, anche litigioso. Ma questo perché i compromessi non ti sono mai appartenuti! […] Hai avuto la forza di dirmi “io me la gioco Chiara, io combatto! Dobbiamo fare ancora tante cose, dobbiamo fare la rivoluzione socialista!”. Quel giorno ci siamo salutati con questa promessa. Questo eri, un comunista sincero, militante fino all’ultimo respiro. Ma noi, i tuoi compagni, ti saluteremo raccogliendo la tua bandiera, la sventoleremo alta e con la forza che ci hai trasmesso, il coraggio che ci hai insegnato. Fino alla vittoria. Addio compagno mio.”

E di Andrea De Marchis “Vincenzo era un comunista, Vincenzo era un compagno, Vincenzo era un rivoluzionario, Vincenzo era un proletario era una persona che viveva del suo lavoro. Ma la causa per cui lottava lo portava a mettere avanti sempre l’interesse collettivo senza badare al tornaconto personale. Vincenzo difendeva gli umili, difendeva chi perdeva il posto di lavoro, chi rimaneva senza un tetto sotto la testa e in cambio di questo non chiedeva privilegi, era umile tra gli umili. […] Vincenzo non lascia un vuoto incolmabile, anche se lo strazio è tanto, Vincenzo ci lascia un patrimonio, ci lascia un tesoro. Noi oggi lo piangiamo ed è giusto così, ma noi lo ricorderemo proseguendo la sua lotta a cui ha dedicato tutta la sua vita. Potrà vivere nella storia collettiva futura id questa citta, nelle lotte dei lavoratori e degli ultimi di questa città cui ha dedicato tutta la sua vita, potrà vivere nelle braccia dei nostri pugni che si leveranno in alto di fronte ad ogni ingiustizia, potrà in ogni via di questa città che sarà in quel momento via Vincenzo Durante perché sono questi gli eroi del popolo, sono queste le persone che dobbiamo onorare e celebrare”.

Il sindaco Enzo Salera “Così, nel rispetto delle sue volontà, rendiamo oggi a Lui l’estremo omaggio qui, in questa piazza, parlando dalle scale di questo Comune che tante volte aveva salito e ridisceso, in particolare nell’ultimo decennio e che ha continuato a presidiare sino a pochi mesi fa con sguardo severo e attento a tutto ciò che nel palazzo si decideva. Pronto a denunciare, a lottare, a riferire ogni (ai suoi occhi) malefatta a quel suo “popolo” delle cui situazioni problematiche (assai problematiche in tanti casi) mai aveva smesso di occuparsi. Coerente con le proprie idee, è stato un intransigente paladino dei diritti e delle esigenze primarie dei “vinti”, come si diceva una volta; o dei “deboli”, degli emarginati, come s’usa dire ai tempi nostri. Il suo sguardo era sempre rivolto alla gente del popolo”.

E il fratello Pasquale “Grazie per la festa che stiamo facendo a mio fratello perché la merita tutta. Voglio ringraziare tutte le persone che in questi due mesi ti hanno assistito come fossi un principe, grazie al reparto di pneumologia dell’ospedale di cassino, grazie al San Raffaele, agli infermieri e ai medici che ti hanno assistito fino a poche ore fa. E grazie al sindaco e a tutta la giunta del comune. Un grandissimo bacio a tutti gli amici di Vincenzo che sono presenti e che non lo hanno mollato mai, come abbiamo fatto noi fratelli e sorelle. Grazie di tutto fratellino, da parte di tutti, ti amiamo e non sarai mai andato via da questa città, è andato via Vincenzo Durante, ma non la persona”.

Tanta è stata la commozione e tante sono state le persone venute in piazza a rendere omaggio a Vincenzo. Esponenti del mondo sindacale, dall’Usb alla Cgil passando per il Fenadip, della scena politica cassinate e provinciale, da Rifondazione Comunista di Sora al Partito dei Comunisti di Aquino a Democrazia Atea, i rappresentanti delle principali lotte sociali dell’intera provincia come Paolo Iafrate che ha portato un suo sincero e sentito saluto: “La stagione dell’amore viene e va, dice una canzone, la stagione delle lotte, pure. Lo striscione che abbiamo portato oggi “dignità e lavoro” lo fece Vincenzo nel 1998 quando nelle strade della provincia c’erano tanti lavoratori precari che tentavano la stabilizzazione. Vincenzo era un uomo puro, puro per il quale si può affermare che la lotta di classe non fosse oggettivata, ma era soggettiva, piena, coinvolgete. C’era un prezzo che pagava, che agli occhi della borghesia appariva alto, impensabile, inutile, ma Vincenzo non era un borghese”.

Poi è giunto il momento che ha fatto commuovere tutti, quando la tromba ha intonato davanti al feretro, avvolto dalla bandiera con le effigi di Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao, le note di Bella ciao.


Una rappresentanza del partito dei Carc (di cui Vincenzo è stato consigliere comunale) da Roma e da Napoli, ex amministratori locali (senza distinzioni di appartenenza, tra gli altri anche l’ex sindaco Maria d’Alessandro).

Un saluto a Vincenzo è arrivato anche da Caserta, dove i Fedayn hanno affisso uno striscione davanti allo stadio. E poi, la commozione sui volti dei compagni di sempre, Mario, Bruno e Maurizio, in particolare.

Un saluto autentico, senza compromessi, coerente, come è stata tutta la vita di Vincenzo Durante per cui le lotte politiche sono state il “sale della sua vita”, come ha ricordato Rino Tarallo. In piazza, ai piedi del Comune che è stato il teatro di tante sue battaglie, lo striscione di Roberta: “Ciao Vincé, i compagni non muoiono mai”.

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