MINTURNO. Questa sera il TG2 presenterà Minturnae nella rubrica “Alla scoperta dei Musei d’Italia”. Quello che alle 20.30 verrà trasmesso sarà il resoconto di un viaggio immersivo tra i resti di Minturnae, colonia marittima dedotta nel 296 a.C. sulla sponda destra del fiume Liris (antico nome del Garigliano), al centro di linee commerciali legate alla navigabilità del corso d’acqua ed del mare Mediterraneo, in un punto di comodo approdo della costa laziale, non lontano dalla foce ove sorgeva il santuario emporico dedicato al culto della ninfa Marica (e successivamente, dalla piena età imperiale, al culto delle divinità orientali Iside e Serapide). Il programma Rai nasce dalla consapevolezza di essere “Custodi di una bellezza senza eguali” – dove- “ le raccolte di interesse storico-artistico sparse per la penisola sono innumerevoli, e proprio per questo non tutte conosciute come meriterebbero. Per rendere il pubblico televisivo più consapevole – soprattutto nella stagione della pandemia che limita i viaggi all’estero – dell’incredibile ricchezza culturale del nostro Paese, è nata la rubrica “Alla scoperta dei Musei d’Italia” con la presentazione di un museo nazionale, descrivendone le ricchezze e intervistando i curatori. Perseguendo tale spirito, le telecamere Rai hanno appunto documentato la storia urbanistica di Minturnae con la guida dell’Architetto Marco Musmeci, Direttore del comprensorio archeologico. Verrà narrata la forma della primitiva città è quella dell’impianto castrale con perimetro quadrato, delimitato da mura in opera poligonale, suddiviso all’interno dagli assi ortogonali del cardo e del decumano che coincide con la Via Appia. “Ad oggi, ci dice il direttore Marco Musmeci, è possibile visitare l’intero complesso archeologico seguendo le tracce della radicale trasformazione urbanistica di età augustea, a seguito della nuova deduzione coloniale, che comportò la monumentalizzazione del tratto urbano della via Appia mediante portici, la costruzione di un tempio dedicato ad Augusto nel foro repubblicano, la dedica di un tempio a Cesare divinizzato sul castrum, la sistemazione di una nuova piazza affrontata a quella più antica, la riedificazione del teatro. Alla città in tufo di età repubblicana e a quella in pietra di età augustea si sostituì – nel nuovo assetto urbanistico adrianeo – una città in muratura: si eressero il mercato e le terme urbane, fu ampliato il teatro; il quartiere nord-occidentale si connotò come residenziale con la costruzione di varie case (domus del teatro, domus delle tabernae, domus del portico, domus del mercato, domus delle terme); le strade vennero abbellite con fontane e ninfei grazie alla conduzione di un acquedotto. La Minturnae che visitiamo oggi ha i caratteri della città adrianea, con i nuovi edifici, la nuova tecnica edilizia, la novità dell’acqua portata in città”.
INFO:
https://www.beniculturali.it/luogo/comprensorio-archeologico-di-minturnae