LECCE, San Cataldo. Volge al termine la prima fase dei lavori di somma urgenza, coordinati dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce con la collaborazione tecnico-scientifica della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo, che comprendeva il restauro e la messa in sicurezza di parte delle emergenze murarie riconducibili alle infrastrutture portuali dell’antico Porto Adriano della prima metà del II sec. d.C. Dal punto di vista operativo i tecnici e gli archeologi subacquei della Soprintendenza di Taranto hanno provveduto alla verifica di fattibilità e successiva installazione di gabbioni metalliche in acciaio inox alla base della struttura, previo riempimento in cantiere con elementi lapidei recuperati e vagliati in situ, al fine di creare una struttura di contenimento flessibile, permeabile e monolitica. L’installazione dei gabbioni, che è andata a colmare le ampie porzioni di lacune generate dall’azione erosiva del mare, sui fronti del molo maggiormente esposti al moto ondoso, è proceduta di pari passo con il consolidamento delle murature emergenti con integrazioni puntuali di malta a base di calce idraulica di granulometria e colore simile alla malta originale. Ora è allo studio l’operatività prevista per i prossimi mesi quando il restauro andrà a concludersi con ulteriori interventi di consolidamento mediante la ricollocazione nella porzione sommersa dei blocchi del paramento murario. Il tutto attraverso l’impiego di attraverso l’utilizzo di malte progettate appositamente per l’utilizzo in immersione ad uso subacqueo, così da poter concretamente restaurare sott’acqua e garantire la necessaria tutela e protezione di tale patrimonio sommerso.
FOTO: https://www.facebook.com/patrimoniosubacqueo
Archeologi durante l'intervento di scavo in acqua