Roma – Accusava un connazionale di avergli messo un microchip nell’orecchio con cui riusciva a parlargli anche mentre dormiva. Per questo, il 21enne egiziano Badr Ahmed, il 29 giugno 2020 ha accoltellato ed ucciso davanti alla frutteria a Tivoli, il 28enne El Komy el Said Abdel Salam Abdelbaky.
Il giovane è stato giudicato non punibile dalla prima sezione di corte d’assise del tribunale di Roma, che ne ha disposto, però, la misura di sicurezza di 5 anni da trascorrere in una Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza).
La sentenza è stata letta nel pomeriggio di lunedì dopo circa due ore di camera di consiglio dal presidente Marina Finiti, davanti agli 8 fratelli della vittima, costituiti parte civile e rappresentate dall’avvocato Maria Antonietta Iacopino. Presente in aula anche l’imputato.
Nel corso della requisitoria, il sostituto procuratore della repubblica di Tivoli Giuseppe Mimmo, ha ricostruito le fasi di quanto accaduto nel pomeriggio del 29 giugno 2020, davanti la frutteria in via Sardegna nel quartiere Villa Adriana a Tivoli, dove lavorava la vittima.
Il 21enne avrebbe atteso per oltre un’ora che il 28enne uscisse per poggiare una cassetta di frutta, per aggredirlo e accoltellarlo davanti ai passanti. Il giovane è morto quasi subito e poco dopo i carabinieri hanno fermato e arrestato il suo assassino.
Inizialmente si pensava ad un regolamento di conti fra egiziani, ma poi si scoprì che il giovane assassino aveva agito perché sospettava che il 28enne ed uno dei suoi fratelli lo tenessero in pugno grazie ad un microchip che lui pensava gli avessero impiantato in un orecchio per dargli degli ordini.
Al termine della requisitoria, quindi, il Pm ha chiesto il riconoscimento della capacità di intendere e di volere, ma anche di sottoporre il 21enne alla misura di sicurezza dei 10 anni da trascorrere presso una Rems. Il tribunale ha deciso, invece, per 5 anni di Rems.
Ermanno Amedei