Roma – Proprio come Ethan Torchio, Victoria De Angelis, Damiano David e Thomas Raggi cantavano per le strade della Capitale in attesa del successo planetario, alla stessa maniera Marco la Martire, Dario Trincas ed Emiliano Gianni cantano, suonano, si divertono e fanno divertire i turisti e pendolari che affollano la Lina A della metropolitana di Roma.
Venticinque anni, tutti e tre di Roma e studenti di musica, ciuffi ribelli o capelli lunghi, simpatia contagiosa, il trio Super Metro Bros fa valere il tono della voce e le note delle loro chitarre, sullo sferragliare dei vagoni da una stazione all’altra.
Una passione quella di fare musica in Metro, ma anche una necessità. “L’alternativa per noi musicisti è andare a fare i camerieri o i lavapiatti”. Dice Marco la Martire. “In questa maniera, invece, riusciamo a mettere a frutto i nostri studi”. La scelta musicale spazia tra i testi di Bob Dylan e dei Beatles e da più di un anno fanno dei piccoli concerti spostandosi da un vagone all’atro del convoglio.
“Alcune volte i vigilanti della Metro ci invitano ad andare via, ma sappiamo che quello è il loro mestiere. Alla gente però piacciamo e, grazie alle loro offerte, riusciamo a pagare l’affitto e abbiamo di che vivere e studiare” aggiunge Dario Trincas.
La scelta della Metro A non è casuale e ha motivazioni ben chiare. “Facciamo da Colli Albani a Valle Aurelia, andata e ritorno, perché, rispetto alla Line B è più comoda, è meno rumorosa e c’è più gente – spiegano-. Inoltre, la metro, rispetto agli ambienti esterni, ci permette di cantare e suonare senza l’amplificazione, ma perché possiamo farlo tutti i giorni, anche se piove”.
Su questo aspetto però, sembrano intenzionati ad ampliare la loro offerta. “Ci stiamo attrezzando – dice Emiliano Gianni – e il passo successivo è quella di esibirci in piazza del Popolo con la necessaria amplificazione”. Intanto l’offerta musicale sembra essere apprezzata e sul loro profilo Instagram hanno già oltre 2mila follower.
“Il genere musicale che preferiamo è il ‘metal’; abbiamo scritto anche qualche testo, ma non si adatta al pub
blico della metropolitana e, per questo, preferiamo le canzoni più note e non di nicchia”. Una amicizia, la loro, nat
a sui banchi della scuola superiore e proseguita negli studi della musica.
Per il futuro sperano in di arrivare al successo come accaduto ai Maneskin la cui cavalcata è cominciata proprio dalle strade della Capitale. Sanno però che al successo non arriveranno in Metro, “ma attraverso i Talent show. Comunque -concludono- l’importante è continuare a guadagnarci da vivere suonando”.
Ermanno Amedei