Sant’Ambrogio sul Garigliano – Si sono conosciuti e abbracciati in Grecia il figlio di un finanziere di Sant’Ambrogio sul Garigliano, e i parenti della famiglia che, 78 anni fa, salvarono il padre dalla furia nazista.
Così, dalla provincia di Frosinone al golfo di Corinto, si sono riannodati i fili della storia strappati dalla guerra. Il contesto storico è quello dell’armistizio dell’8 settembre 1943 quando, il finanziere Angelo Riccardi, originario di Sant’Ambrogio, militare delle truppe di occupazione in Grecia ad Almiri, insieme ad un gruppo di commilitoni, si ritrovò senza ordini e senza collegamenti con il comando.
“Sin dal giorno successivo all’8 settembre – racconta Antonio Riccardi, figlio di Angelo, il finanziere morto negli anni ’90- i tedeschi, che erano già presenti sul territorio greco, occuparono le postazioni italiane, disarmando i militari e facendoli prigionieri.
La famiglia Kollias che aveva ottimi rapporti con Angelo Riccardi, con immensa umanità e grande generosità, lo tenne nascosto presso la propria abitazione per una decina di giorni, esponendosi a forte rischio di vita, in quanto i tedeschi lo cercavano ovunque, perché avevano catturato gli altri e mancava soltanto lui. I Kollias di giorno lo facevano nascondere in un uliveto vicino ad un pozzo, distante circa 300 metri dalla casa. Una mattina i soldati tedeschi perquisirono l’abitazione Kollias, ma fortunatamente non lo trovarono, tuttavia nel giro di pochissimo tempo la guerra mostrò il suo volto peggiore.
Il 18 settembre Angelo fu catturato e non ebbe neanche il tempo di salutare quella famiglia che aveva fatto tanto per lui. Fu creduto morto perché in quei giorni i tedeschi fecero precipitare un treno pieno di italiani nel canale di Corinto e molti corpi furono spinti dalla corrente del mare nella baia di Almirì. Angelo invece, il 20 settembre, fu rinchiuso in un vagone merci e, dopo un lungo e disumano viaggio durato dodici giorni, venne condotto nel Lager III A di Luckenwalde a sud di Berlino, dove rimase prigioniero e adibito ai lavori coatti fino alla sua liberazione nel 1945, quando rientrò in Italia dopo due mesi di viaggio”.
A quasi 80 anni da quei fatti, Antonio e Francesco Riccardi, rispettivamente figlio e nipote del finanziere Angelo, hanno incontrato Joannes Kollias, il figlio della coppia che aveva nascosto Angelo, facendogli visitare i luoghi dove avvennero i fatti. “Sono stati momenti molto toccanti durante i quali – ha detto Antonio- ho espresso la mia gratitudine a questa gente. Mio padre li ha sempre portati nel cuore e io, devo la mia stessa esistenza a loro dato che, se mio padre non fosse tornato vivo, io non sarei nato”.
Ermanno Amedei