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Cassino a corto di investigatori, a rischio la memoria storica del crimine locale

Cassino – Mantenere la guardia alta contro le attività delle organizzazioni malavitose, per lo più camorristiche, che in tanti posti ma ancora più a Cassino, da infiltrazioni stanno diventando “insediamento” sembra essere un monito destinato a cadere nel vuoto.

Un territorio come quello cassinate, terra di confine con la Campania, luogo di transito e ideale collegamento tra sud Italia e Roma, ma anche con in nord Italia, si ritrova con il più basso numero di persone preposte alla pubblica sicurezza e alle attività investigative che ci si ricordi.

La procura della Repubblica che ha competenze in un’area che spazia dal Sorano al Golfo di Gaeta, in costante sottorganico, così come i carabinieri della compagnia di Cassino ed in particolare la sezione operativa. Si tratta di quei militari che, di occupano anche del sottobosco criminale, quello che non si palesa alla massa ma che, sottotraccia, si insinua nell’economia dei territori e nella società corrompendola; sono quelle di indagini che non puntano solamente al singolo spacciatore di droga ma a chi lo rifornisce e ai centri di approvvigionamento; sono quelle indagini che troppo spesso, a Cassino, passano di competenza dalla locale procura alle Direzioni distrettuali antimafia perché collegate direttamente a organizzazioni mafiose. la sezione operativa dei carabinieri che ha portato a compimento operazioni di grossa rilevanza oggi si trova ad essere composto da 7 investigatori in una pianta e organica, già di per sé sottodimensionata, che ne prevede 12.

A questo si aggiunge la prospettiva cupa; il gruppo è composto da investigatori “maturi”, molti dei quali prossimi alla pensione. Si tratta del memorie storiche del crimine locale che non hanno al fianco nessun giovane a cui consegnare il loro bagaglio esperienziale. Una grave perdita se si pensa solo alla complessità delle indagini legate alle famiglie rom stanziali in zona e con forti collegamenti di interesse e parentela con le famiglie Spada e Casamonica di Roma. Solamente contro queste famiglie cassinati recenti indagini hanno permesso sequestri per milioni di euro in beni accumulati illecitamente.

Ermanno Amedei

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