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Ampliamento termocombustore, sindaci cassinate contro la Regione Lazio

La Consulta dei sindaci del Cassinate convocata dal presidente Enzo Salera nella sala Restagno del Comune nella riunione di oggi pomeriggio, ha ribadito la volontà politica di impugnare la valutazione di impatto ambientale con la quale la Direzione Regionale Ambiente ha dichiarato compatibile la realizzazione di una quarta linea nel termovalorizzatore di San Vittore del Lazio. Rimane da concordare tra i vari Comuni, a fini di strategia processuale, soltanto il momento dell’impugnazione.

La giunta comunale di Cassino, come si ricorderà, con la delibera n. 310 del 9 agosto ha già autorizzato il Sindaco ad individuare per il patrocinio dell’Ente un avvocato di fiducia al fine di impugnare il provvedimento di valutazione di impatto ambientale in relazione all’ “adeguamento impiantistico e sistemazione ambientale del termovalorizzatore di San Vittore del Lazio con la realizzazione di una quarta linea”. Ciò nella considerazione che la determina della direzione regionale, seppur non costituisca già l’atto autorizzativo per la quarta linea, è comunque il presupposto che riveste una forte valenza politica in quanta attesta che si possono continuare a bruciare rifiuti in maggiori quantità dell’attuale. “Accanto alla presa di posizione politica – hanno ribadito sia Salera che Messore, sindaco di sant’Ambrogio – vi è sempre la necessità di valutare ragioni tecniche e giuridiche e non limitare la battaglia solo sul piano politico”.
Preoccupati per la ricaduta negativa sul territorio che avrebbe tale autorizzazione, i sindaci sono fortemente impegnati a contrastarlo certamente sul piano politico ma senza assolutamente tralasciare la via giuridico amministrativa. L’avvocato Angelosanto, primo cittadino di Sant’Elia Fiumerapido, a nome dei Comuni delle Mainarde, di cui fanno parte Cervaro, San Vittore del Lazio, Viticuso e Sant’Elia, ha illustrato alla Consulta un documento congiunto nel quale viene ribadita la propria posizione di contrarietà alla quarta linea e la volontà a ricorrere attraverso propri legali e consulenti tecnici “ per tutti i motivi di carattere procedurale, tecnico-urbanistico, ambientale e sanitario ampiamente sviluppati nel corso del procedimento”. Viene altresì sollecitato l’avvio di un procedimento di consultazione e mediazione con la Regione e Roma Capitale, “ovvero di un tavolo permanente avente ad oggetto – si legge – la programmazione e la definizione degli indirizzi sul ciclo dei rifiuti nel Lazio e nella provincia di frosinone, l’aggiornamento del Piano di gestione dei rifiuti, l’attività degli Egato, nonché misure di prevenzione ambientale e sanitaria ulteriori rispetto a quelle già previste dalla vigente normativa”.
Il sindaco di Castrocielo, Fantaccione, ha posto il problema degli impianti fotovoltaici a suolo, che ha definito una aggressione selvaggia al territorio agricolo di pregio da parte di società il cui fine e prevalentemente speculativo. “Insomma – ha detto – un consumo di suolo agricolo a danno dell’ambiente peraltro individuati in aree in prossimità di impianti sportivi, di corsi dì corsi d’acqua, di un laghetto, come nel caso di Castrocielo”.
Una problematica seria che la Consulta dovrà affrontare a tutela del territorio chiedendo il rigoroso rispetto della Delibera di giunta regionale 390 del 7 giugno scorso che richiama l’individuazione di aree idonee per i grandi impianti fotovoltaici.

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