Evasione da circa mezzo milione di euro, quella accertata dalla guardia di finanza di Formia che ha spulciato i conti di una società operante nel settore della ristorazione e bar, di Minturno in provincia di Latina. Questa mattina è stata eseguita una ordinanza di sequestro beni emessa dal tribunale di Cassino. Gli investigatori sostengono di aver smascheramento una frode fiscale posta in essere da tre fratelli di origine campana, responsabili di aver accumulato negli anni un significativo ed indebito vantaggio tributario attraverso il mancato assolvimento dei previsti obblighi dichiarativo-fiscali ed il frequente ricorso all’istituto della “cessione di ramo d’azienda”, funzionale a preservare gli assets societari sani e ad accollare il crescente debito tributario a società fantasma all’uopo costituite.
La particolarità della situazione su cui si è investigato risiede non soltanto nel fatto che le società fantasma fossero intestate a soggetti prestanome e versanti in una condizione di quotidiana indigenza economica, quanto piuttosto nell’evidenza che il consolidato meccanismo, teso anche solo potenzialmente a rendere inidonea la procedura di riscossione coattiva, sia stato concertato con la regia professionale di un commercialista partenopeo, anch’egli deferito all’Autorità Giudiziaria sulla base degl’elementi raccolti. Disponibilità finanziarie, beni immobili e mobili registrati rientrano tra i beni attinti dal decreto di sequestro preventivo, funzionale alla confisca diretta e per equivalente fino alla concorrenza della somma complessiva pari all’ingiusto profitto di 473.438 euro, emesso dal Gip del Tribunale di Cassino nei confronti delle società e dei suoi rappresentanti.