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Emozionante cerimonia per ricordare la figura di Roberto Mancini

Con una bella ed emozionante cerimonia, presente il fratello, ieri pomeriggio, uno spazio del Palazzo della Cultura in Corso della Repubblica, bene confiscato, è stato intitolato a Roberto Mancini, il poliziotto che per primo combatté l’ecomafia nella Terra dei fuochi e per questo perse la vita.

All’ingresso della struttura è stata posta una targa sulla quale si legge: “In ricordo di Roberto Mancini, sostituto Commissario della Polizia di Stato, medaglia d’oro al valor civile, nemico delle ecomafie”. In alto, sulla targa, a sinistra il logo del Comune di Cassino, a destra quello della Polizia di Stato; in basso il nome del sindaco, Enzo Salera.

“La legalità ha bisogno di simboli positivi da presentare alla società civile”, ha detto Angelo Di Paola, SILP CGIL di Frosinone, che ha ringraziato l’Amministrazione comunale, e in particolare il Sindaco, l’assessore Danilo Grossi, il consigliere Riccardo Consales, per aver accolto la sua proposta, per l’organizzazione dell’evento e per la sensibilità espressa sul tema della legalità “associata al sacrificio di un servitore dello Stato. Uno che non si tirava indietro davanti a nulla. Fu anche minacciato di morte, ma la sua idea di giustizia lo armava, gli dava forza. Fece in modo che anche una banca che doveva sorgere in questa città fosse chiusa prima ancora di aprire gli sportelli, per via di certi legami non leciti”.

Presenti alla cerimonia il vicario della Questura Angelo Morabito, il vice Prefetto Giovanni Luigi Bombagi

Il sostituto commissario di CassinoEnzo Pittiglio ed esponenti delle Forze dell’Ordine e delle forze Forze Armate.

Il giornalista Enrico Fontana, amico di Mancini, di Legambiente e di Libera, esperto di temi ambientali ne ha tratteggiato la figura con le esperienze e i dati concreti.

“Ci tenevamo molto a questo momento – ha detto l’assessore alla Cultura Danilo Grossi -. Questo bene confiscato è diventato un luogo vivo, un punto di riferimento per tanti giovani, studenti, tanta gente, con la sua biblioteca, il caffè letterario, la sala per mostre, convegni, appuntamenti culturali. Abbiamo raggiunto l’obiettivo che ci eravamo proposti, superando le tante difficoltà. Abbiamo dato alla città un punto culturale di riferimento forte, importante, prezioso. Siamo stati contenti di accogliere la richiesta venuta da Angelo Di Paola di intitolare questo spazio a Roberto Mancini. E’ il modo per esaltare l’impegno di chi ha combattuto la criminalità organizzata, la camorra”.

Il Sindaco ha sostenuto: “Come amministrazione non abbiamo perso l’occasione per utilizzare due beni confiscati ed abbiamo lavorato per ottenere insieme a questa struttura anche quella sita a Casilina Nord, utilizzata dal settore della manutenzione. In questo luogo vengono giovani, studenti, tante persone. Abbiamo pensato che questo sia un punto importante anche per mantenere viva la memoria e l’esempio di un poliziotto esemplare qual è stato Mancini”.

Ha poi richiamato la battaglia per la difesa del Tribunale di alcuni anni fa. “Con il già presidente Massimo Capurso, proprio stamani – ha detto Salera – abbiamo ricordato che la nostra città non poteva essere privata di un presidio di legalità. Un dovere dunque da parte nostra mantenere viva la memoria di un uomo che tanto si è battuto contro i traffici illeciti e di rifiuti che hanno avvelenato interi territori. Non ci poteva essere punto migliore di questo per mantenere viva la memoria e l’esempio. Coltivare la cultura della legalità è un nostro dovere se vogliamo migliorare la società”.

Angelo Morabito, della Questura, uno che la camorra la conosce bene avendo fatto il capo della squadra mobile a Caserta, ha detto: “Siamo di fronte ad un martire. Tratteggiarne la figura in pochi minuti, non è facile. La figura di uomo, di marito, di poliziotto non è cosa facile. Ha fronteggiato con il suo impegno una camorra scatenata il cui unico valore era, ed è,  il profitto. E’ bello vedere un bene confiscato dedicato ad una figura che ha sacrificato la propria vita. Non è sempre facile utilizzare i beni confiscati. Voi ci siete riusciti e vi faccio i miei complimenti”. 

La gestione dei beni confiscati è infatti una delle cose particolarmente complesse, ha ribadito l’assessore Grossi; “ Il percorso che abbiamo avviato non si ferma qui ma dovrà continuare, al di là delle difficoltà che si incontreranno, e che ci contrapporranno”

A tal proposito Angelo Di Paola ha ricordato due beni confiscati nel comune di Sant’Elia. Per uno ha chiesto che venga intitolato ad una donna poliziotto, Emanuela Loi, componente della scorta di Borsellino vittima del tristemente famoso attentato al giudice palermitano.

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