Lazio – Avevano indicato la cava dismessa di Monte Carnevale e di proprietà di Walter Lozza come non idonea a ricevere rifiuti solidi urbani di Roma ma poi “Giuliano Pacetti, l’ex capogruppo M5s in Campidoglio e con delega ai rifiuti, e la stessa sindaca Virginia Raggi” decisero diversamente.
Lo ha detto ieri Laura D’Aprile, ex responsabile della divisione rifiuti e inquinamento di Roma Capitale, nel corso del processo per lo scandalo dei rifiuti alla Regione Lazio che vede imputati Flaminia Tosini, ex dirigente del settore ambiente della regione Lazio e Walter Lozza, imprenditore ciociaro titolare della Mad, della discarica di Roccasecca e della discarica di inerti di Monte Carnevale dove stava per essere realizzata la nuova discarica di Roma.
La procura sostiene che grazie a preziose regalie, gioielli, vacanze e benefit elargiti da Lozza alla Tosini, l’imprenditore veniva agevolato nelle autorizzazioni per la realizzazione di nuove discariche, proprio come quelle di Monte Carnevale, o per ampliare quelle già autorizzate come quella di Roccasecca.
Per questo, il 16 marzo 2020, i due vennero arrestati con l’accusa di corruzione, concussione e turbativa. Le conseguenze ulteriori furono che il procedimento per realizzare la discarica a Monte Carnevale si arrestò e la discarica di Roccasecca, non ottenendo l’autorizzazione ad un ulteriore ampliamento, chiuse.
Il contesto in cui l’ex dirigente di Roma Capitale si è trovata a ricostruire nella deposizione di ieri pomeriggio, in aula alla presenza anche dei due imputati, è quello della ennesima emergenza rifiuti della Capitale dell’autunno del 2019 “quando la Regione Lazio – ha detto- chiuse la discarica di Colleferro” e contestualmente ci furono danneggiamenti a impianti di Tmb romani causati da incendi.
La discarica di “Colleferro – ha aggiunto – aveva una certa importanza per la gestione dei rifiuti la chiusura portava all’emergenza”. Su disposizione dello stesso presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti, venne istituito il 27 novembre 2019 un tavolo tecnico a cui partecipai io per Roma Capitale, Flaminia Tosini per la Regione Lazio e Paola Camuccio per la Città metropolitana. Avevamo un termine di 5 giorni per individuare le zone idonee a realizzare una discarica”.
D’Aprile ha sostenuto di aver portato a quel tavolo la “contrarietà di Roma Capitale a realizzare la discarica in una ex cava estrattiva” perché aveva diverse controindicazioni e, in particolare ha segnalato l’esperienza della Regione Campania che, avendo scelto diversamente, era incappata in procedure di infrazioni comunitarie.
“Era disponibile la discarica Ecofer” sulla Ardeatina a Roma Sud “come soluzione immediata e perseguibile” in quanto era già autorizzata a ricevere rifiuti pericolosi, quindi “avrebbe potuto accogliere rifiuti solidi urbani nel giro di una settimana”.
A quel tavolo, però, “nei sette siti indicati venne inserito anche il sito della Engr”, Engineering la cava dismessa a Monte carnevale la cui proprietà è riconducibile a Lozza. “Io mi opposi, Tosini era favorevole e Camuccio si astenne. Feci inserire nella relazione finale la mia contrarietà”, anche perché il sito era autorizzato a discarica di inerti e farla diventare adatta ai rifiuti urbani significava intraprendere un lungo iter.
I sette siti indicati dai tecnici, quindi passarono al vaglio della politica e in Campidoglio, quando si è trattato di scegliere tra quei sette siti, nonostante il no iniziale a Monte Carnevale, “Giuliano Pacetti capogruppo M5s in Campidoglio e con delega ai Rifiuti, e della stessa sindaca Virginia Raggi, decisero di indicare un’area qualsiasi in Valle Galeria perché era una zona già compromessa; l’unico sito a Valle Galeria era quello della Engr”.
A quel punto spettava alla Regione Lazio l’ultima parola anche su un altro aspetto, quello dell’assoggettabilità del sito di Monte Carnevale ad una nuova Valutazione di impatto ambientale (Via). Secondo i due tecnici che hanno deposto oggi, sia D’Aprile, sia Camuccio, l’autorizzazione ad una discarica di rifiuti solidi urbani nella cava di Monte Carnevale necessitava di una nuova Via. La Regione Lazio decise che bastava quella già fatta per autorizzare il sito a discarica di inerti.
Ermanno Amedei