Cassino – Tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dal metodo mafioso è il reato contestato a Gennaro Ferreri, 48 anni di Napoli, per il quale, la procura antimafia di Roma ha chiesto il rinvio a Giudizio.
Un aggravante, quello del metodo mafioso, che nella cittadina laziale, al confine con la Campania, viene contestato per la prima volta anche se, nel cassinate, la camorra è di casa da decenni. Un territorio, quello cassinate, spesso usato dalla malavita campana, per riciclare i proventi frutto delle attività illegali, ma che ad un certo punto, nel 2015, sembrava essere destinato a diventare una delle piazze di spaccio, propaggine della periferia napoletana (leggi qui).
La violenta spartizione del territorio fatta da locali e napoletani, aveva fatto registrare inquietanti episodi, con colpi di pistole in centro tra la gente e violente risse con accoltellamenti. Ferreri arrivato da Napoli a Cassino aveva come testa di ponte Elio Panaccione, spacciatore della zona, insieme al quale, tesero un imboscata il 5 dicembre 2015 ad un avversario esplodendo 5 colpi di pistola contro la sua auto mentre transitava davanti la frequentatissima stazione ferroviaria.
Le indagini dei carabinieri che ne seguirono disarticolarono le due organizzazioni, sia quella a motrice campana che quella locale e, grazie al “pentimento” di Panaccione, divenuto collaboratore di giustizia, è stato possibile per la procura antimafia, ricostruire la caratura mafiosa dell’organizzazione a cui apparteneva.
Ne è nata, quindi, una inchiesta parallela a quella dello spaccio che ha portato all’odierna richiesta di rinvio a giudizio. In questo filone sono confluite tutte le indicazioni dettate dal pentito e che hanno permesso di rinvenire nel 2017 un fucile mitragliatore Ak/47, di 58 cartucce calibro 7,62×39 e 10 cartucce calibro 9×21, sepolto nel cortile di una scuola di Cassino.
Grazie alla collaborazione di Panaccione, gli investigatori dei carabinieri di Cassino hanno ricostruito anche gli attentati incendiari e quel mercato della cocaina, eroina e hashish che dalla Campania arrivava a Cassino e si propagava, attraverso i 25 indagati individuati, in corposi rivoli di rifornimento delle piazze di Piedimonte San Germano, Pontecorvo, Arpino, Formia. Il 18 novembre, l’accusa della Dda, sosterrà la valutazione del gup di Roma.
Ermanno Amedei