Con una conferenza stampa tenutasi ieri pomeriggio nella sala Restagno del Comune è stato ufficialmente inaugurato il Centro Antiviolenza di via Puccini dal sindaco Enzo Salera, dall’assessora Concetta Tamburrini, dalla dottoressa Antonella Capaldi.
Presenti anche l’assessora alla Polizia Locale, Barbara Alifuoco, il capogruppo Edilio Terranova, una decina di volontarie impegnate a vario titolo in “Kalimess”, l’associazione che gestirà il Centro, così come stabilito all’inizio del mese scorso con la stipula della convenzione tra il Comune e tale associazione.
Molto apprezzata, perché sintomo di sensibilità e di attenzione, la presenza del comandante della locale Compagnia dei Carabinieri, Maggiore Giovanni Anastasìa, un Ufficiale che in passato, Tenente in servizio ad Empoli, è stato particolarmente impegnato a seguire la problematica riguardante la violenza di genere, e presente altresì il luogotenente … Gilardi.
Come è stato ricordato, il fine generale del Centro Antiviolenza è di offrire uno spazio dove le donne in temporanea difficoltà che subiscono o hanno subito violenza sessuale, fisica o psicologica, possano trovare ascolto e accoglienza, riflettere in tranquillità e costruire un proprio percorso di uscita dalla violenza attraverso la relazione e il confronto con altre donne, nel pieno riconoscimento che la donna è soggetto attivo del proprio processo di autonomia e presa di coscienza.
Il Centro – come ha ricordato l’assessora Tamburrini – può contare sul contributo qualificato di specifiche figure professionali quali psicologhe, educatrici, assistenti sociali, avvocate civiliste e penaliste con formazione specifica sul tema della violenza di genere. “Il nostro Centro è già operativo – ha detto – ed ha avviato iniziative di sensibilizzazione con le scuole. La comunità fa educata a crescere nell’ottica della non violenza. Noi dobbiamo favorire interventi di prevenzione, protezione, tutela e trattamento delle donne esposte a violenza, sole o con minori, accompagnandole nel percorso di fuoriuscita da gravi situazioni. Dopo un iter fatto di bandi e di attese, siamo riusciti a far diventare quello che era lo sportello antiviolenza centro antiviolenza del Comune di Cassino. Esso rappresenta un presidio strutturato cui fa riferimento una utenza vasta di comuni del territorio e persino del Molise, della Campania. Ci siamo interfacciati per ampliare la rete di collaborazione”.
Il sindaco Salera ha ricordato il primo tassello messo (era il 2014) con la dottoressa Stefania Di Russo, allora assessore ai Servi Sociali, e con un gruppo di volontarie che aveva lavorato per l’obiettivo di metter su il Centro. “Finalmente siamo riusciti nell’intento – ha detto il primo cittadino – Una città come Cassino non può non avere un punto di riferimento come questo. Come pure la Casa Rifugio delle donne vittime di violenza. Il Centro antiviolenza è anche importante punto di ascolto per persone particolarmente fragili. Abbiamo dovuto superare molti ostacoli di varia natura: non solo burocratici ma anche giudiziari per una situazione pregressa che ancora si trascina nelle aule del Tribunale. Ma ora siamo ci siamo. Le cose quando ci si crede e vengono fatte con passione, poi il risultato arriva. Bisogna pure aspettare , come nel caso nostro, ma poi ci si arriva”.
Ha ringraziato l’Arma presente: “ I Carabinieri sono un presidio di prossimità e di legalità, prezioso e insostituibile – ha detto ancora – soprattutto per prevenire un reato particolarmente grave ed odioso qual è la violenza sulle donne, un qualcosa che in prevalenza si consuma drammaticamente nel chiuso delle mura domestiche, spesso davanti a bambini”.
Antonella Capaldi, la legale rappresentante di “Kalimess” ci ha tenuto a definirsi non la responsabile del Centro ma una operatrice insieme a tutte le altre. “Noi ci spogliamo della nostra specifica professionalità quando abbiamo davanti una donna, una come noi – ha precisato – Anche se poi quella professionalità serve per venire a capo di certi problemi. Offriamo un ascolto attivo e non giudicante, nel pieno rispetto dei tempi di una donna. Siamo venuti a conoscenza di una realtà che non immaginavamo, pensavamo fosse tutto più tranquillo. Invece c’è molto bisogno di venire incontro a tante donne che subiscono violenza a casa. Le informazioni arrivano dalle Forze dell’ordine, dalle scuole, dai Pronto Soccorsi per casi che vanno poi affrontati. Tante si rivolgono a noi senza l’intenzione di denunciare, timorose di vedersi togliere i figli. Noi offriamo il supporto di cui hanno bisogno”.