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La Corte d’Appello di Roma, ribalta la decisione del Tribunale e ammette la Class-Action contro Acea.

Acea perde su tutti i fronti, rispetto all’ordinanza del Tribunale di Roma depositata nel novembre del 2021, sul reclamo proposto dal Comitato Volontario NO ACEA e dal gruppo di legali che lo hanno assistito nella vicenda giudiziaria, Massimo Clemente, Patrizia Menanno e Annamaria Zarrelli.

Come si ricorderà il Tribunale di Roma, nel novembre 2021, aveva rigettato il reclamo proposto dal Comitato No Acea, attraverso il gruppo di legali, contro la Multinazionale, condannando il presidente al risarcimento di tutte le spese.

Oggi la Corte d’Appello di Roma, ha completamente ribaltato la decisione del Tribunale di Roma nell’esame del reclamo, infatti, ha accolto il reclamo, presentato dai legali del Comitato presieduto da Renato De Sanctis, dichiarando l’ammissibilità della “Azione di classe” promossa dal Comitato Volontario NO ACEA, nei confronti della multinazionale, rimettendo, inoltre, la causa al Tribunale di Roma, competente nel merito, per l’adozione dei conseguenti provvedimenti.

Ma non basta, poiché la Corte d’Appello ha dichiarato compensate le spese processuali della prima fase svolta dinanzi al Tribunale, inflitte al presidente del Comitato per un importo superiore a sessantacinquemila euro, inoltre la stessa Corte ha condannato, si legge nel dispositivo dell’Ordinanza emessa, Acea Ato5 S.p.A al rimborso delle spese “sostenute dai reclamanti nella presente fase di reclamo” oltre al rimborso forfettario delle spese generali e al compenso professionale.

Soddisfazione è stata espressa dal Presidente del Comitato, Renato De Sanctis, ascoltato per telefono e ribadita sul suo profilo facebook, per la decisione della Corte d’Appello “Solo la nostra caparbietà – scrive – De Sanctis e la indiscussa professionalità dei legali che hanno ristabilito un principio di diritto. Ora, finalmente, la Class-Action si andrà a discutere nel merito, mentre il Tribunale ci aveva escluso da tutto questo”.          

Si apre ora una nuova fase procedurale che dovrà discutere nel merito se siano fondati e legittimi i diritti di molti cittadini dell’intera provincia di Frosinone verso le tariffe applicate dalla Multinazionale romana.

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