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In meno di tre mesi 7 omicidi e 5 gambizzati a Roma, Guatieri: “nominare subito prefetto”

Roma – La scia di sangue dovuta ai morti ammazzati a pistolettate, che ieri si è allungata a Roma con l’omicidio di Luigi Finizio, assume significati diversi a seconda degli episodi. L’ultimo, quello del 51enne freddato nella stazione di servizio a Torpignattara, rientrerebbe in un contesto criminale articolato e, anche per questo, è diventato di competenza della procura antimafia capitolina.

Dall’inizio dell’anno, quello di ieri è il settimo omicidio avvenuto nel perimetro del territorio comunale di Roma. In particolare, gli ultimi tre, si sono susseguiti a cadenza regolare, mercoledì, venerdì e lunedì, tutti alla stessa ora, tra le 19 e le 20.

Ad accomunarli, oltre al rinvenimento di un cadavere, l’utilizzo della stessa arma: una pistola. Mentre i contorni dell’omicidio dello chef Manuel Costa nel quartiere Esquilino, sembrano essere stati delineati anche grazie al presunto assassino che si è costituito, gli omicidi di Finizio e di Mihai Stafan Roman, avvenuto quest’ultimo in via Selmi, mercoledì sera, sembrano essere stati vere e proprie esecuzioni.

In entrambi i casi i killer hanno avvicinato la vittima dalla sella di uno scooter guidata da un complice e, dopo le uccisioni, si sono dileguati. In entrambi i casi le piste investigative ricondurrebbero a regolamenti di conti in contesti criminali. Nello stesso alveo sembra essere ricondotto anche l’omicidio di Fabrizio Vallo, freddato davanti casa il 3 febbraio, in viale del Sommergibile a Ostia.

A questo si aggiungono altri preoccupanti episodi di intimidazioni a colpi di pistola con cui, in tre occasioni, sono state gambizzate 5 persone.

Contesto criminale o meno, appare evidente e preoccupante la frequenza con cui si spara a Roma. Una situazione che le istituzioni non sottovalutano. Giovedì si riunirà in prefettura il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal vice prefetto vicario Raffaela Moscarella. Sarà quella l’occasione per affrontare l’impennata di violenza in città con strumenti o misure ordinarie; per quelle straordinarie e più strutturate, probabilmente, si dovrà attendere la nomina del nuovo prefetto di Roma in sostituzione di Bruno Frattasi.

Una richiesta a fare presto nel nominare un nuovo commissario di governo è giunta, ieri sera a poche ore dall’ennesimo omicidio, anche dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri.

Il numero di armi in circolazione, però resta un problema serio. Il mercato clandestino di pistole e munizioni viaggia parallelo a quello della droga. A rifornire le “bancarelle” del mercato nero sono i ladri di appartamento che le rubano nelle case di chi le detiene legalmente. Armi che finiscono in mano a spacciatori e trafficanti di droga che, come spesso riferito dagli investigatori, le usano per difendersi o aggredire la concorrenza, oppure per tentare il colpo grosso.

Il caso più emblematico è stato l’omicidio di Luca Sacchi, il personal trainer romano ucciso nella zona Colli albani la sera del 24 ottobre 2019 durante una compravendita di droga. Nel corso del processo è emerso che la pistola usata da Valerio Del Grosso, condannato in primo grado a 27 anni, gli era stata fornita dallo spacciatore Marcello De Propris, condannato in primo grado a 25 anni, che l’aveva ricevuta a sua volta da un cliente a saldo del pagamento per alcune centinaia di euro di alcune dosi di droga.

Per questo all’appuntamento Del Grosso portò la pistola, e non la droga, allo scopo di rapinare i clienti tra i quali la fidanzata di Luca Sacchi che, ignaro della trattativa, almeno da quanto è emerso dal primo grado di giudizio, è rimasto ucciso da un colpo alla testa.

Ermanno Amedei

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