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Omicidio di Willy Monteiro a Colleferro, l’asso nella manica della difesa per salvare i Bianchi dall’ergastolo

Roma – La difesa di Gabriele Bianchi, il giovane di Artena condannato all’ergastolo in primo grado per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, ha calato oggi la sua carta in corte d’assise d’appello. Secondo il collegio difensivo il calcio sferrato non ha colpito Willy Monteiro Duarte ma l’amico Samuele Cenciarelli.

Infatti, dalle ricostruzioni emerse nel dibattimento in corte d’assise a Frosinone, che hanno portato alla condanna all’ergastolo di Marco e Gabriele Bianchi, a 23 anni per Francesco Belleggia, e a 21 anni per Mario Pincarelli, è emerso che il giovane di Paliano è morto per il pestaggio ma, in particolare, a causa di un calcio frontale ricevuto al petto.

Questa mattina, prima che il presidente della corte d’appello rinviasse l’udienza al 27 aprile per “rinnovare” i giudici popolari, gli avvocati Ippolita Naso e Valerio Spigarelli, hanno annunciato il deposito di una denuncia presentata da Samuele Cenciarelli alla procura della Repubblica di Velletri. In quell’atto, l’amico di Willy, che la sera dell’omicidio venne picchiato nel tentativo di salvare il 21enne, racconta di essere stato colpito al petto da un calcio frontale sferrato da Gabriele Bianchi.

Nelle ricostruzioni fatte dai testimoni del pestaggio di Colleferro, lo stesso tipo di calcio viene attribuito a Gabriele Bianchi ai danni di Willy. Un particolare che Cenciarelli, ascoltato in dibattimento non ha raccontato e che, unito alla contestazione delle conclusioni medico legali che attribuiscono la morte di Willy proprio al calcio frontale, costituiscono i caposaldi della difesa di Gabriele.

Ermanno Amedei

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