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La pittura astratta di Sabatini

LA PITTURA ASTRATTA DI SABATINI
NEL SOLCO DELLA “TRADIZIONE SPERIMENTALE”
Sabatini è un pittore dall’aria mite, caratterialmente paziente e metodico. L’aspetto è da bravo insegnante di vecchio stampo. Dietro una calma esteriore si celano fervori creativi e una profonda passione per la pittura.

Tuttavia, nonostante l’età e l’indole riservata, lavora ancora con dedizione senza mai ostentare il suo zelo
creativo e l’amore per l’arte.
In occasione della sua ultima esposizione di quadri astratti alla villa comunale di Frosinone, mi ha mostrato alcune tele della produzione più remota, di natura paesaggistica e post impressionista, che ha preceduto la trattazione dell’astratto e del concettuale.
Quest’ultima, attinge alle pregresse esperienze dei movimenti d’avanguardia del Novecento, a partire dal suprematismo del colore puro, dalla semplice forma colorata teorizzata da Malevich, alle esperienze astratte del futurismo e del costruttivismo; si orienta su direttrici di un più recente e articolato espressionismo geometrico astratto del periodo post bellico, per giungere da ultimo ad una
personale ricerca formale costruita mediante interconnesse compenetrazioni di forme geometriche irregolari.
Dedito all’astrazione, diviene inventore di formule che enucleano forme contrastanti e intrecci compositivi simili ma mai uguali. Costruisce sul piano il frasario cromatico a sottolineare, con evidente coerenza stilistica, il gioco armonico degli equilibri compositivi. Non tutti gli artisti, sebbene maturi e dotati di rigore intellettuale, riescono ad affacciarsi su varchi sperimentali calibrando agevolmente cromatismi
e geometrie.
L’artista lavora con grande libertà espressiva sulla superficie della tela, ne esplora ininterrottamente lo spazio bidimensionale per studiarne le infinite combinazioni fino all’appagamento del suo sentire. Utilizza stesure cromatiche essenzialmente con colori primari e secondari nei cui innesti raramente lascia spazio a tonalismi e sfumature, per giungere a soluzioni formali dai contorni sempre netti e decisi.

La linea è qui intesa unicamente come separazione di colori e mai come elemento dialettico. Essa definisce le forme e queste, sovrapponendosi, divengono sovente generatrici di ulteriori elementi geometrici rendendo la trama compositiva ancora più articolata e complessa.
La forma non diventa mai elemento volumetrico o spazio prospettico ma avvincente caleidoscopio di colori che pongono Sabatini tra quegli artisti cui siamo grati per il contributo ad espandere i limiti dell’indagine sperimentale nel campo della pittura astratta.

di Errico ROSA (architetto e già docente di Storia dell’arte)

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