Pignataro Interamna – La campagna elettorale in vista delle elezioni amministrative di Pignataro Interamna è in piena attività e non vede protagonista, almeno tra i candidati, Marcello Cavaliere. Dopo aver ricoperto per circa 20 anni la carica di consigliere comunale, prima di minoranza ed in questi ultimi 5 da assessore, “ho scelto di non correre più per la riconferma”.
Lo ha detto Marcello Cavaliere a Il Punto a Mezzogiorno.
“Debbo essere sincero – ha anche detto Cavaliere -, molto ha influito il mio stato di salute. Un importante intervento chirurgico a cui sono stato sottoposto nel febbraio 2021 che mi ha limitato la deambulazione, mi ha fatto maturare la convinzione che fosse giunto il momento di tirare i remi in barca.
Ritengo che diventare amministratore sia un onore e quando non sei sicuro di onorare gli impegni, non puoi tradire la fiducia che gli elettori hanno riposto in te. E poi sin da piccolo sono cresciuto con i valori e gli ideali della politica. Ho ricevuto un grande insegnamento da mio padre. L’amore ed il rispetto per il bene comune, l’interesse per la cosa pubblica, il desiderio di rendere il proprio paese un luogo dove poter vivere in maniera adeguata. Insomma i principi fondamentali della politica.
Poi quando comprendi che potresti incontrare delle difficoltà nell’affrontare queste tematiche, devi scegliere. Con il cuore cerchi di continuare, con la testa devi per forza fermarti. In verità qualche tempo fa parlandone con il Sindaco Benedetto Murro, avevo manifestato questa intenzione. Comunque sono sicuro di aver fatto la cosa giusta”. La discendenza di Cavaliere, però, non sembra seguire le sorti politiche del sindaco uscente Murro, dato che Carlo Cavaliere si è candidato con la lista avversaria.
“Per quanto riguarda la candidatura di mio figlio nella lista Prima Pignataro, lista che vuole contendere la vittoria alle prossime elezioni comunali del 14 e15 maggio alla lista del Sindaco Murro – Ha detto Cavaliere – , posso confermare che la scelta è stata personale. Quando mio figlio Carlo ha detto esplicitamente che non avendo condiviso le scelte politiche ed il metodo dello stesso Murro, si sarebbe candidato con Luigi Risi, l’ho ascoltato e gli ho ricordato uno degli insegnamenti di mio padre: la libertà di ciascuno di noi è un bene imprescindibile, per cui non doveva sentirsi in difficoltà, per le sue decisioni.
Certamente gli ho illustrato tutte le difficoltà gestionali che può avere un’amministrazione comunale ma in particolare ho elencato le criticità del nostro Comune. Ho anche aggiunto che, qualora avesse bisogno, sono sempre disponibile a suggerire saggi ed utili consigli di buona amministrazione. E poi ricollegandomi a quanto dichiarato prima, probabilmente mio figlio Carlo ha ereditato il gusto della politica come presupposto per la crescita sociale, sono sicuro che questa esperienza arricchirà di contenuti la sua personalità”.
Con un occhio al futuro, quello del figlio, Marcello Cavaliere guarda anche al passato e al bilancio della sua attività politica giunta al termine.
“Devo premettere – dice – che farò una distinzione per chiarire anche alcuni aspetti importanti della mia esperienza. Innanzitutto scinderei la prima parte come la ‘Pars construens’ ovvero il lungo periodo di opposizione, durante il quale, pur apparendo estremamente rigido ho profuso tutte le mie energie per fare compiere scelte giuste per il rilancio di Pignataro. Sono stato deriso, sbeffeggiato, insultato.
Addirittura nel 2011 fui costretto per mancanza di adesioni a presentare una lista composta di familiari e parenti. Quelle elezioni furono salutate dalla stampa come un caso di elezioni bulgare. Prendemmo appena 160 voti, contro 1600, se non ricordo male, del Sindaco Benedetto Evangelista. Eppure nemmeno in quella circostanza la mia azione politica è venuta meno. Con orgoglio oggi dichiaro che a perdere davvero è stato il popolo pignatarese. Quelle elezioni bulgare hanno rappresentato i prodromi del dissesto finanziario del nostro Comune. Ogni tanto rileggo le motivazioni con le quali la Procura della Corte dei Conti ha condannato alcuni amministratori per danno erariale, le ritengo un utile insegnamento per tutti quelli che si cimentano nell’agone politico”.
Inoltre Cavaliere aggiunge. “Valuto positivamente il mio impegno come amministratore di maggioranza, pur rilevando molte criticità. Certamente trovarsi catapultato ad amministrare un Comune con un debito mostruoso è impresa ardua. Ho fin da subito lavorato per risolvere alcune problematiche che ritenevo importanti. Sarebbe lungo elencare le aree che necessitano interventi risolutivi.
Ammetto, tuttavia, che non sono riuscito a far ben comprendere agli amici della maggioranza uscente che una cosa sono le elezioni un’altra è amministrare. Potevamo spenderci di più per dimostrare che la nostra piccola comunità aveva iniziato un percorso nuovo verso la pacificazione. Una occasione persa che ha alimentato ulteriori incomprensioni. Auspico per il futuro che chiunque vinca, capisca che Pignataro ha bisogno di intraprendere un cammino virtuoso. Maggioranza ed opposizione, sempre – conclude Cavaliere – con i distinguo dei ruoli, devono lavorare ed avere l’obiettivo primario del bene comune”.