Nicholas Pannozzo, 21 anni, originario di Fondi, iscritto al secondo anno della facoltà di Scienze Motorie dell’Università degli studi di Cassino e del Lazio Meridionale ha conquistato la medaglia di bronzo ai Campionati Nazionali Universitari che si sono tenuti a Camerino. Un atleta le cui doti crescono di anno in anno. Ai Campionati universitari che si sono svolti nel 2022 a Cassino aveva ottenuto un buon quarto posto e nell’ultima edizione è arrivato finalmente sul podio. Ci sono buoni motivi per credere che Pannozzo possa continuare a tenere alto il nome del Cus Cassino. Ma come si è avvicinato al taekwondo? Ci siamo fatti raccontare da Nicholas la sua storia. “Il Taekwondo – ci ha spiegato – oltre ad essere un ottimo metodo di autodifesa, permette di ottenere un miglioramento dei riflessi, un’ottima coordinazione, sviluppo armonico, sicurezza, velocità, concentrazione e autodisciplina. Sin da piccolo mi sono sempre distinto per avere un carattere timido, molto buono e disponibile.
Questo mi rendeva un ottimo bersaglio per i bulli che mi prendevano sempre di mira. Il problema è esploso quando frequentavo le scuole medie. Ho sofferto molto perché non riuscivo ad uscire da quella situazione di estrema difficoltà. Fino a quando c’è stata la svolta. Mia zia, che da ragazza si era allenata con la Nazionale Italiana di Taekwondo, mi ha invitato a provare questo sport. Da subito mi sono appassionato e a poco a poco i ragazzi che frequentavano la palestra sono diventati come la mia famiglia. Tra di noi non c’è competizione. Non abbiamo bisogno di dimostrare nulla perché praticando questo sport si diventa consapevoli delle proprie capacità e potenzialità. Oggi io sono un’altra persona: più forte e più sicuro di me. Prima che formarmi e rafforzarmi fisicamente, il Taekwondo mi ha formato e rafforzato psicologicamente. In sostanza mi ha cambiato la vita. Sarò sempre grato al mio maestro Luigi Parisella che ammiro e stimo tantissimo perché ci ha trasmesso un grande insegnamento. Quando finiamo gli allenamenti, prima di uscire ci ricorda sempre che, avendo acquisito delle sofisticate tecniche di combattimento siamo come un’arma che circola. Ci invita ad essere responsabili e consapevoli delle vostre potenzialità e ad essere attenti a non cadere nelle provocazioni. Dunque, niente combattimenti fuori dalla palestra. Ma non ne abbiamo bisogno, perché per noi gli allenamenti sono un ottimo mezzo di sfogo”.