VELLETRI – Protesta ieri pomeriggio nel carcere di Velletri, non sono noti i motivi, i detenuti non sono rientrati in cella, allagando la sezione e distruggendo le telecamere interne. Da segnalare, tra l’altro, che la situazione è rientrata soltanto dopo un’ora. Dure le note di CGIL e CISL.
“Stava quasi per sfociare in una rivolta gli atti di violenza che si sono scatenati ieri nel carcere di Velletri. I detenuti hanno distrutto tutte le telecamere di sorveglianza interna di una sezione del penitenziario alle porte di Roma e hanno allagato completamente una sezione detentiva.” Per il Coordinatore regionale Ciro Di Domenico della FP CGIL Polizia Penitenziaria: “Le violenze, ancora una volta, sono stati capeggiati da un detenuto italiano trasferito nel carcere di Velletri per motivi di ‘ordine e sicurezza’. Tecnicamente, significa che ha già commesso atti di violenza in altre carceri e per questo, come tanti altri detenuti, è stato trasferito nel carcere velletrano che si sta trasformando in un’autentica sede penitenziaria per detenuti violenti, perché l’anomalia è che i detenuti che hanno commesso violenze e disordini nelle altre carceri, se vengono spostati a Velletri, da qui non escono anche se continuano a commettere gesti estremi ai danni della Polizia Penitenziaria e degli altri detenuti.”
Mirko Manna, Nazionale FP CGIL Polizia Penitenziaria: “I trasferimenti per ordine e disciplina sono in netto aumento e non è facile spostare in continuazione molti detenuti da un carcere ad un altro, ma l’Amministrazione penitenziaria ha il compito di gestire questa situazione che sta trasformando il carcere di Velletri, come il capolinea dei detenuti violenti. Il personale di Polizia Penitenziaria di Velletri è in grave difficoltà per la carenza d’organico che è inferiore al 70% di quella prevista. Continuare a considerarlo un carcere capolinea per detenuti che innescano disordini, non è certo la strategia migliore.”
“Apprendiamo che ieri pomeriggio nel carcere di Velletri – in una nota della Fns Cisl Lazio – non sono noti i motivi, i detenuti non sono rientrati in cella, allagando la sezione e distruggendo le telecamere interne. Da segnalare, tra l’altro, che la situazione è rientrata dopo un’ora. Le criticità dell’istituto – proseguono – sono relative soprattutto ai diversi circuiti presenti e alle specifiche esigenze di salute, sicurezza e trattamento che necessitano. Presenza di una sezione di articolazione per la salute mentale (Atsm). Significativa carenza di personale di polizia penitenziaria attualmente mancano circa 90 unità- Attualmente il sovraffollamento è di circa 150 detenuti in più. La Regione Lazio ospita 6.304 dei 57.230 detenuti presenti nelle carceri di tutta Italia, a fronte di una capienza di 5.287 posti. La situazione del carcere di Velletri mette in luce le profonde falle del sistema detentivo italiano e la necessità di azioni immediate. Per la Fns Cisl Lazio il personale di polizia penitenziaria, direttori e funzionari del corpo, devono poter lavorare in serenità e questo non risulta ad oggi ed purtroppo non compreso da chi, invece, dovrebbe intervenire e risolvere la problematica. Basta con istituzioni che ignorano che una società con un sistema penitenziario così ridotto hanno anche esse una parte di responsabilità, fosse anche solo per quanto non fanno minimamente per cambiare la situazione. Occorre, pertanto, – conclude la nota – intervenire con determinazione e subito con nuove assunzioni sia per la polizia penitenziaria che per altri e vari ruoli. Occorre garantire e porre in sicurezza il personale di polizia penitenziaria dato che la responsabilità è in capo al datore di lavoro e alla stessa amministrazione ed è bene ricordare che con tutto ciò non è mai mancato da parte della polizia penitenziaria la dedizione a svolgere il proprio mandato istituzionale, garantendo la sicurezza non solo delle carceri ma di tutta la comunità”.