CASSINO – Con la tavola rotonda, tenutasi presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Cassino e L.M., “Corso per operatore sportivo per disabili: vantaggi sociali ed opportunità di lavoro, nel quadro della riforma dello sport e del lavoro sportivo”, ha preso ufficialmente il via il Corso formativo che consentirà ai partecipanti di acquisire competenze specifiche nel lavoro sportivo con disabili. Il rilascio dell’attestato finale, inoltre, permetterà agli operatori l’iscrizione al registro nazionale del CONI, con la qualifica specifica per lavorare con atleti disabili. Dopo il saluto del Rettore dell’Università di Cassino, Marco Dell’Isola, che ha elogiato il progetto e la validità del Corso come opportunità di crescita per tutti gli studenti, ma anche in termini di specializzazione professionale per quelli già laureati. non ha voluto mancare di intervenire S.E. il Vescovo della Diocesi Sora-Cassino-Pontecorvo-Aquino, Gerardo Antonazzo, assente per impegni già programmati e non rinviabili, con un messaggio inviato attraverso don Domenico Simeone e il dott. Orlando Polsinelli, in cui: “Conferma il pieno appoggio della diocesi al progetto globale in sé, ed in modo specifico alla presente iniziativa, che rende anticipa davvero per tutti, rendendo ancora più evidente quanto il legislatore ha definito nella storica data del 20 settembre di quest’anno, con la modifica dell’art. 33 della Costituzione, attraverso il disegno di legge costituzionale n. 715-B, “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”. Tanti gli interventi, moderati dalla giornalista Laura D’Onofrio, che hanno posto l’accento sulla figura di ‘operatore sportivo per disabili’ non solo come opportunità di lavoro con società sportive, con le parrocchie e gli oratorii, le associazioni di qualsiasi tipo, le scuole e gli Enti territoriali. In collegamento da Modena i responsabili del CSI-Modena, e la presidente del Comitato Territoriale CSI, Emanuela Costa che hanno illustrato la loro esperienza ultra ventennale nello sport inclusivo e paralimpico. Un’opportunità per veicolare tutti i giovani ad una sana e proficua attività sportiva, come valore di crescita personale, oltre che fisico e di supporto alle famiglie per evitare situazioni di disagio troppo spesso frequenti e, purtroppo, in aumento nelle periferie e non solo. Si è anche posto l’accento sulla funzione della scuola ed in particolare degli insegnanti di attività motorie, che secondo il prof. Digennaro del dipartimento di Scienze motorie dell’Università di Cassino e B.L., molto spesso costretti a fare i conti con una carenza di strutture per la pratica sportiva. Una situazione che quasi sempre si riverbera non solo verso gli allievi ‘normodotati’, ma soprattutto nei confronti di quelli disabili, spesso relegati a ruoli marginali e certamente per nulla inclusivi. Già, perché il concetto di sport deve superare quello della inclusività in sé, per giungere, come sostenuto da tutti gli intervenuti, ad uno sport per tutti, senza distinzioni di alcun tipo se non quelle dovute alle diverse disabilità. Un aspetto questo di notevole importanza, che è stato ripreso dai rappresentanti degli Enti locali. È stata proprio la prof.ssa Maria Concetta Tamburrini, assessore allo sport del comune di Cassino, secondo cui fondamentale è il ruolo degli amministratori che devono creare le condizioni strutturali affinché le energie positive che vengono da progetti come “Open Sport” possano trovare soluzioni concrete, primo fra tutte quella di assenza di ostacoli di qualsiasi natura, mentali, fisiche e culturali, ma soprattutto strutturali con assenza, in primis, di barriere architettoniche. Un problema che, secondo l’assessore Tamburrini, è fondamentale per garantire lo sport a tutti, applicando concretamente il principio costituzionalmente garantito dalla modifica dell’art. 33 della Carta, del “diritto allo sport”. Su questo tema, ha concluso Tamburrini, l’amministrazione di Cassino, attraverso l’assessorato allo sport, ha incontrato enormi difficoltà per lo stato delle strutture sportive pubbliche impegnandosi al massimo per il superamento delle criticità fin dal suo insediamento. Dello stesso avviso la dott.ssa Naike Maltese, delegata allo sport per il comune di Sora, che ha posto l’accento sulla grande richiesta di attività sportiva che viene dai cittadini e dall’enorme bacino di società e associazioni sportive di Sora. La delegata allo sport della città volsca, ha ripreso il concetto di inclusività, non tanto sotto l’aspetto delle persone con disabilità, quanto verso i famigliari che spesso accompagnano i ragazzi alle attività sportive. In altri termini, ha concluso la delegata di Sora, l’inclusività va considerata in senso più ampio, offrendo opportunità sportive anche per quei famigliari in attesa che i loro ragazzi concludano le attività sportive, superando i tempi morti dell’attesa. Orgoglio per il corso e per il progetto “Open Sport” è stato espresso da Piergiorgio Fascina, componente della giunta del Comitato Paralimpico regionale del Lazio CIP Lazio e responsabile regionale della Federazione italiana basket in carrozzina FIPIC, che ha sottolineato l’importanza delle sinergie sviluppate in questi mesi fra associazioni sportive del territorio, Federazione ed Enti locali che è preludio di un allargamento a tutta la provincia che consenta agli atleti disabili, e non solo, di poter ottenere risposte concrete su tutto il territorio provinciale. Un obiettivo in sinergia con la Polisportiva Basket Atina, ha concluso Fascina, è rappresentato dalla creazione di una squadra di basket in carrozzina provinciale che possa consentire ai disabili interessati a questo sport, di esercitarlo nella provincia di Frosinone, partecipando a tornei, anche di rilievo agonistico, oltre a campionati regionali e nazionali. Certamente, Fascina non ha nascosto le difficoltà di un obiettivo così importante e, al tempo stesso impegnativo, che possa trovare realizzazione nell’immediato, necessitando di una grande preparazione tecnica e logistica, ma ugualmente attuabile in un tempo sufficientemente adeguato alla risposta del territorio. Nel corso del dibattito è emersa anche la funzione “salutare ed economica” della pratica sportiva. Lo ha fatto, attraverso una serie di slide, Stefano Gobbi, di “Sport e Salute S.p.A., società dello Stato, che monitora e finanzia progetti sportivi in funzione di benessere e salute per tutti i cittadini. Proprio attraverso questi contributi, Stefano Gobbi, ha dimostrato l’importanza della pratica sportiva sulla popolazione, non necessariamente agonistica, ma in generale, le sue ricadute positive su malattie croniche come il diabete, ma anche sulla spesa sanitaria nazionale, sull’invecchiamento della popolazione, sull’obesità e la sedentarietà. Lo sport è un ottimo e fondamentale anche sotto l’aspetto sociale, da qui la realizzazione di uno “Sport sociale” che investa economicamente non solo sulle categorie fragili, ma su tutta la popolazione. È, il massimo investimento che uno Stato possa fare, ha sottolineato Stefano Gobbi. E rappresenta, insieme alla musica, il più potente mezzo di comunicazione, un linguaggio contemporaneo potentissimo, per migliorare il futuro della popolazione.
FOTO A. CECCON