I numeri degli incidenti con esito mortale e infortuni hanno un lieve e timido decremento su tutto il territorio nazionale. Sono i dati Inail fino al 30 settembre scorso resi noti dal Segretario Regionale UGL Lazio Armando Valiani e dal responsabile Dipartimento UGL Sicurezza Wladymiro Wisocki e sui quali, i rappresentanti sindacali, chiedono attenzione.
“Parliamo di 430.829 casi di infortunio che rispetto al 2022 dello stesso periodo si traduce in -19,6% dei quali il -3,7% con esito mortale, ovvero 761. Questo – spiegano Valiani e Wisocki – non deve assolutamente metterci in condizione di abbassare la guardia perché i dati analizzati nello specifico per regione e per attività offrono informazioni che devono farci riflettere su un orizzonte ben più ampio anche di quello che risulta essere l’andamento nel mondo del lavoro.
A titolo di esempio, negli incidenti – sottolineano i rappresentanti UGL – seppure abbiamo un decisivo decremento per entrambi i generi, maschile e femminile, si riscontra un aumento preoccupante per gli under 20 del + 12,3% , ovvero 55.802 casi, dovuto all’aumento infortunistico degli studenti.
Così come a livello nazionale devono farci riflettere i dati in aumento delle malattie professionali pari a 53.555 casi.
Dati importanti se si pensa che le prime tre malattie professionali sono il sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, le patologie del sistema nervoso seguite dalle patologie dell’orecchio e solo dopo abbiamo le malattie dei tumori e dell’apparato respiratorio. Questo nel quadro nazionale”.
Se scendiamo nel focus della Regione Lazio “rispetto al periodo gennaio/settembre 2022 (41.539 casi) al 2023 registriamo 29.521 casi, meno 12.018 eventi e sui casi mortali registriamo 65 incidenti che rispetto allo stesso periodo del 2022 (72 casi) sono meno 7 eventi.
Analizzando i dati di infortuni per singola provincia del Lazio al 30 settembre 2023 registriamo, Frosinone con 1.496 (meno 767 del 2022 che registrava 2.263 eventi), Latina 2.728 (meno 1.422 del 2022 che registrava 4.150 eventi), Rieti 853 (meno 255 del 2022 che registrava 1.108 casi), Roma 23.074 (meno 8.898 del 2022 che registrava 31.972) e Viterbo con 1.370 (meno 676 del 2022 che registrava 2.046).
Sugli esiti mortali, invece, per le province del Lazio al 30 settembre 2023 registriamo, Frosinone con 7 casi (meno 6 rispetto al 2022 con 13 eventi), Latina con 10 casi (meno 2 rispetto al 2022 con 12 eventi), Rieti purtroppo registra un aumento con 4 casi rispetto a nessun caso dello scorso 2022, Roma con 39 casi (meno 7 rispetto al 2022 con 46 eventi) e per finire Viterbo con aumento di 4 casi rispetto al 2022, ovvero 5 casi mortali contro al solo evento del 2022.
Anche per la Regione Lazio come per l’intero territorio nazionale, i casi di malattie professionali sono in sensibile aumento di 3.777 rispetto al 2022 di 3.150, ovvero ben 627 casi.
A livello nazionale il Lazio è tra le regioni con il maggior decremento di infortuni, oltre Campania, Molise e Liguria, sicuramente un dato positivo ma che non deve ingannarci e farci abbassare la guardia.
Sicuramente il periodo pandemico, dal quale siamo finalmente usciti, ha drasticamente influito infatti nel periodo gennaio/settembre 2022 nel settore della sanità i casi di infortunio erano 7.328 mentre nello stesso periodo di riferimento del 2023 sono 2.106 così come i trasporti che da 5.314 del 2022 siamo passati a 2.173.
Indici che ci fanno notare come proprio quel periodo per la nostra regione sono stati significativi.
Un dato che deve farci tenere l’attenzione alta è il mondo delle costruzioni che seppure i vari bonus stanno in fase terminale o comunque meno attivi dello scorso e inizio anno i numeri di infortuni dal 2022 con 1.464 al 2023 con 1.479 (addirittura con più 15 eventi) restano sempre alti e costanti.
Indice come l’edilizia e il mondo delle costruzioni, anche spinto dal volano del Superbonus 110%, resta per la regione Lazio una delle attività economiche di rilievo.
Altro dato importante da evidenziare è l’incremento degli infortuni per gli under 20 anche per la Regione Lazio con 3.066 casi rispetto il 2022 che registrava 2.744, ovvero aumento di 292 casi.
Questo deve farci riflettere come la sicurezza o meglio dovremmo dire, la cultura della sicurezza debba cominciare proprio nella scuola.
Una materia che deve essere oggetto di studio al pari di tutte le altre materie proprio per educare il ragazzo di oggi, futuro lavoratore, datore di lavoro, imprenditore alla forma mentis del lavoro sicuro.
Sempre più spesso ci si accorge e si riscontra che tra i ragazzi, così come negli adulti, la conoscenza del pericolo e del rischio nel lavoro, delle lavorazioni che vanno ad eseguire sono ancora molto sottovalutati.
Vuoi per quella errata concezione di esperienza del lavoro, vuoi per quel senso di leggerezza giovanile perché ci si sente invincibili e furbi, ma il pericolo e il rischio di un incidente è sempre dietro l’angolo.
Oggi la formazione e l’addestramento devono essere la priorità non solo del mondo del lavoro in genere ma anche e soprattutto della scuola.
Una formazione che deve essere di partecipazione dei discenti e non solamente una divulgazione nozionistica di leggi, una formazione che poi deve trasformarsi in attuazione e applicazione delle procedure di lavoro condivise e a conoscenza di tutti gli addetti ai lavori.
Solamente rendendo questa materia partecipe e condivisa da tutti possiamo fare breccia nella sensibilizzazione, nella mentalità, prevenzione per arrivare al prodotto finale della sicurezza sul lavoro.
La sicurezza nei luoghi di lavoro pertanto non deve essere una cosa imposta ma deve essere parte dello spirito di ogni lavoratore, un modus operandi.
A tal proposito stiamo ancora aspettando il nuovo Accordo Stato Regioni sulla formazione che ormai si sta facendo attendere da troppo tempo e che seppure qualche timido segnale di cambiamento lo abbiamo visto con la Legge n.215 del 2021 che è andato a toccare alcuni aspetti del Testo Unico della sicurezza ancora troppi dubbi sono rimasti e ancora troppe lacune sono presenti nel nostro D.Lgs. 81/08 e smi.
Basti pensare a titolo di esempio, l’articolo 19 del Preposto del D.Lgs. 81/08 e smi che quotidianamente crea incomprensioni e difficoltà di interpretazione tra i vari addetti ai lavori.
Speriamo che presto questo accordo tanto atteso possa essere emanato con le dovute correzioni anche a seguito delle bozze che sono circolate in questi mesi.
La sicurezza sul lavoro deve essere una prerogativa di tutti, un dovere e un diritto ma troppo spesso è ancora sottovalutata e in alcuni casi addirittura inapplicata”.