Frosinone – Circa due ore è durata, questa mattina in corte d’assise a Frosinone, la prima udienza del processo che vede imputati Roberto e Mattia Toson, padre e figlio, accusati dell’omicidio di Thomas Bricca avvenuto ad Alatri nel tardo pomeriggio del 30 gennaio dello scorso anno.
Dinnanzi alla corte presieduta dal giudice Francesco Mancini non c’erano i due imputati ma c’erano il padre della vittima, Paolo Bricca, la madre Federica Sabellico (i due non sono sposati), e la sorella Silvana, che si sono costituiti come parte civile insieme al comune di Alatri.
Un inizio del processo subito interrotto da una prima camera di consiglio per permettere alla giuria di decidere su questioni preliminari, ma subito dopo si è proceduto alla calendarizzazione delle udienze che si protrarranno almeno fino alla fine dell’anno fissando una udienza al mese ogni primo venerdì. Circa 70 sono i testimoni che le parti hanno chiesto di sentire in una lista che il tribunale però, vorrebbe fosse sfoltita.
La prossima udienza, quindi, cadrà il primo marzo. Secondo la ricostruzione della procura, padre e figlio, la sera del 30 gennaio arrivarono nel centro storico di Alatri in sella ad uno scooter: mentre il padre guidava il ciclomotore, Mattia impugnava la pistola dalla quale è partito il colpo diretto ad un gruppo di giovani che stava conversando a 18 metri di distanza in un angolo semibuio di via Liberio: in quel gruppo c’era Thomas, e il proiettile gli centrò la testa uccidendolo dopo alcune ore di agonia. Una spedizione punitiva, forse, fatta per spaventare un gruppo di ragazzi contro cui i Toson si erano picchiati nei giorni scorsi. Fatti dei quali Thomas era estraneo.
“E’ una ferita che come la tocchi sanguina” ha detto ad “Agenzia Nova” Paolo Bricca. “Questa mattina – ha anche detto il padre di Thomas – ho respirato aria positiva”.
A proposito dell’assenza degli inputati in aula, Mattia in carcere a Rebibbia, Roberto a Velletri, Bricca ha detto che avrebbe voluto “guardarli in faccia ma non credo che verranno alle udienze perché si vergognino. Hanno negato e stanno negando anche di fronte all’evidenza dei fatti”. Il processo sarà lungo, forse un anno “ma – dice – ci sono tanti elementi per sperare in una condanna giusta”.
Ermanno Amedei