Blitz di polizia e guardia di finanza per aste truccate e truffe per bonus edilizio 110%. Sequestrati oltre 10mln di euro
6 Febbraio 2024FROSINONE – Blitz della Polizia e della Guardia di Finanza di Frosinone, che vede coinvolti professionisti, dirigenti di una banca del Capoluogo, notai, avvocati ed agenti di intermediazione finanziaria. Agenti della Squadra Mobile della Questura e uomini della Guardia di Finanza di Frosinone sono entrati nella filiale della Banca Popolare del Frusinate, in piazzale De Matthaeis a Frosinone, dove starebbero acquisendo vari fascicoli nell’ambito di un’indagine che dall’alba di oggi è entrata nella fase operativa: le forze dell’ordine, stando alle poche indiscrezioni finora trapelate, starebbero dando esecuzione ad una decina di misure cautelari che avrebbero come destinatari noti professionisti e imprenditori, fra cui, sembra, dirigenti, avvocati e notai, di Frosinone e Sora, dove anche dalle prime ore di stamattina finanza e polizia sono all’opera. Nell’operazione della Squadra Mobile e Finanza relativa ad aste truccate e bonus edilizio 110% impiegati quasi 150 uomini. Nell’indagine della Procura implicati il direttore generale di una banca, notai, imprenditori, avvocati e altri professionisti. Tutto nasce da un’indagine della Procura della Repubblica di Frosinone, che vede impegnate le forze della Squadra Mobile ed il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Frosinone, che ha portato all’emissione di un’ordinanza del P. M., dal G.I.P. del Tribunale di Frosinone, ed ha disposto misure cautelari personali e reali a carico di diverse persone fisiche e giuridiche per i reati di: associazione per delinquere, falsi, truffa per erogazioni pubbliche, riciclaggio ed autoriciclaggio, omessa dichiarazione, emissione di documenti e fatturazioni inesistenti ed indebite compensazioni d’imposte, abusivo esercizio di attività di intermediazione finanziaria, infedeltà patrimoniale ed altri reati nei confronti di 2 persone sono state sottoposte a custodia cautelare in carcere; 7 persone sono state sottoposte a custodia cautelare domiciliare; 2 persone sono state interdette dall’ esercizio di una professione e dall’esercizio di imprese ed uffici. Sono state altresì eseguite le seguenti misure reali: sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta, anche per equivalente, del profitto del reato per quasi quattro milioni di euro; sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, del profitto dei delitti di riciclaggio ed auto riciclaggio per un totale di oltre sei milioni e mezzo di euro. L’investigazione ha preso impulso da confidenze di un imprenditore ciociaro, sottoposto ad intercettazioni perché coinvolto in traffici di stupefacenti, sui modi in cui un suo amico imprenditore faceva soldi operando nel settore delle aste giudiziarie e godendo della piena fiducia e dell’appoggio del direttore generale di una Banca.
Le indagini prontamente attivate evidenziavano una più complessa situazione di inquinamento del mercato immobiliare locale e facevano emergere l’attività di più gruppi organizzati che operavano altresì sia nel settore delle truffe per il c.d. “super bonus” sia nella creazione di falsi crediti erariali e nella organizzazione di indebite compensazioni sia nel riciclaggio e nell’auto riciclaggio di rilevanti partite di “nero” sia nella esecuzione dei reati fiscali e societari presupposti dall’attività riciclatoria.
La misura del sequestro preventivo, ex art.321, comma 1° cpp di unità immobiliari. All’esecuzione delle misure si è accompagnata un’attività, in parte ancora in corso, di acquisizione e sequestro di documenti negli uffici della sede centrale di una Banca e presso le cancellerie delle sezioni fallimentari e delle esecuzioni immobiliari di alcuni Tribunali, nonché attività di perquisizione degli studi professionali di un avvocato e di due notai e di diversi altri luoghi nella disponibilità delle persone fisiche e giuridiche indagate. Per le attività sono stati impegnate, in totale, 147 unità di personale di PG e 67 autovetture della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato, nonché un’unità cinofila addestrata alla ricerca di denaro contante.
La ricostruzione effettuata è quella che emerge dalla ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Frosinone e che le indagini sono in una fase delle indagini preliminari per cui vige il principio costituzionale della presunzione di innocenza per gli indagati sino a giudizio definitivo.
Le indagini evidenziavano una più complessa situazione di inquinamento del mercato immobiliare locale e facevano emergere l’attività di più gruppi organizzati che operavano altresì sia nel settore delle truffe per il c.d. “super bonus” sia nella creazione di falsi crediti erariali e nella organizzazione di indebite compensazioni sia nel riciclaggio e nell’auto riciclaggio di rilevanti partite di “nero” sia nella esecuzione dei reati fiscali e societari presupposti dall’attività riciclatoria. Secondo la ricostruzione fornita nell’ordinanza custodiale del GIP, dagli accertamenti effettuati, si delineavano tre associazioni per delinquere, fra loro interconnesse quanto all’attività di riciclaggio e, due di esse, aventi influenza nella gestione delle linee di credito di una Banca di Frosinone mediante il ruolo primario svolto, per il raggiungimento degli obiettivi associativi, dal direttore generale e da funzionari del Corporate Banking di quell’Istituto oltre che da due notai che redigevano la più parte degli atti d’interesse per gli associati.
Secondo la ricostruzione del GIP nell’ordinanza di custodia emessa, le indagini accertavano efficacemente la struttura, le interrelazioni e le attività illecite che si muovono dentro ed intorno alla Banca oggetto di osservazione; si evidenziavano altresì le fittizie intestazioni di quote di molteplici società di capitali che costituiscono l’interfaccia necessario per l’illecito arricchimento di pochi con inquinamento del sistema finanziario legato ai mutui per la partecipazione alle aste giudiziarie immobiliari ed allo stesso mercato immobiliare degli opifici industriali dismessi, con continuate e costanti operazioni di riciclaggio mediante utilizzo di società cartiere e costanti operazioni fraudolente nei confronti dell’erario.
L’esecuzione dell’ordinanza del GIP ha imposto, per la tutela della genuinità della prova, di procedere contestualmente a molte perquisizioni ed a molteplici sequestri dei corpi di reato e delle cose/ documenti pertinenti ai reati necessari per l’accertamento dei fatti.
Ai sensi dell’art.27 della Costituzione la responsabilità o meno dei predetti indagati per i reati in precedenza indicati verrà stabilita solo all’esito di giudizio definitivo della magistratura.