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Museo e riqualificazione del deposito locomotive nella stazione di Cassino, il progetto Association Europeenne des Chemintos-Italia

CASSINO – Un progetto storico-conservativo, quello messo in campo dall’Association Europeenne des Chemintos per il recupero del materiale ferroviario che ha caratterizzato negli anni il movimento merci e passeggeri nel nostro Paese. Un progetto che coinvolgerà anche la stazione di Cassino. In particolare riportare all’antico splendore il deposito delle locomotive a vapore che venivano utilizzate prima del II Conflitto mondiale e nei decenni successivi sulla tratta Cassino-Roma. Riportare, in buona sostanza, alcune delle locomotive a vapore nel deposito della stazione di Cassino e la creazione di un museo con materiale storico ferroviario. A sostenere e a partecipare attivamente al progetto Luigi Franco Miele per anni impegnato alla realizzazione concreta del progetto come ex dipendente delle Ferrovie dello Stato. L’AEC (Associazione Europea dei Ferrovieri (ASSOCIATION EUROPEENNE DES CHEMINOTS) nasce il 22 luglio 1961 a Torino per iniziativa di un gruppo di ferrovieri italiani e francesi, allo scopo di associare i ferrovieri ed altre categorie di lavoratori dei paesi dell’Unione Europea. Fra gli scopi principali del sodalizio quello di rendersi interprete in modo attivo dei programmi dell’UE nella politica dei trasporti. Agire in modo incisivo nelle decisioni delle Società ferroviarie affinché tali programmi siano realizzati. L’AEC ha anche una sezione Italiana, non persegue scopi di lucro, e si occupa di svolgere i propri compiti organizzando anche corsi di studio, conferenze, dibattiti ed anche visite impianti con altre Associazioni del settore con cui ha stipulato Convenzioni di Collaborazione per perseguire gli scopi indicati. Questi obiettivi ed il progetto ora coinvolgeranno anche lo scalo di Cassino. Il 23 aprile 2020 la stazione di Cassino viene inserita (insieme ad altre 87 presenti nel Lazio) nel piano di riqualificazione delle Ferrovie dello Stato.

La stazione della città di Cassino, del resto, ha origini lontane nella storia d’Italia. Di istituire una stazione a Cassino, a quel tempo più conosciuta come San Germano, se ne parlava già nella prima metà dell’Ottocento, con la costruzione di una nuova linea che, da Capua, conducesse fino ad Isoletta di Arce, in prossimità del confine tra Stato Pontificio e Regno delle Due Sicilie. La stazione di San Germano (così si chiamava Cassino prima dell’unità d’Italia) doveva trovarsi nelle immediate vicinanze del centro storico della città. Fu quindi scelta l’ubicazione dell’attuale sede del Tribunale. I lavori partirono, ma il nuovo fabbricato non entrò mai in funzione a causa di un problema tecnico: con il proseguimento della linea verso nord, infatti, la ferrovia avrebbe dovuto effettuare una curva troppo stretta nelle vicinanze della stazione. Dopo il 1860 si decise quindi di spostare la stazione a circa 1 km dal centro della città, nell’attuale ubicazione, mentre il vecchio fabbricato fu riutilizzato dal Teatro Manzoni e dal Comune. Nonostante le varie proteste da parte della politica e della cittadinanza locale, dovute allo spostamento della stazione, il nuovo sito si rivelò comunque buono, considerando un’eventuale espansione dell’abitato e la costruzione, nel Novecento, di una funivia che avrebbe collegato la città con la millenaria Abbazia di Montecassino; proprio lì infatti si decise di realizzare la stazione inferiore dell’impianto. La stazione venne quindi aperta il 25 ottobre 1863 in occasione dell’apertura del tratto Ceprano-Tora.

L’impianto fu raso al suolo durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale che causarono anche la distruzione del fabbricato viaggiatori originale. L’edificio fu ricostruito nel secondo dopoguerra. Ora il progetto di AEC Italia ha l’ambizione di riportare a nuovo luce tutto il materiale ferroviario del tempo e la creazione del museo delle ferrovia nei locali dell’ex deposito, a ridosso di un altro monumento naturale della Città Martire, le Terme Varroniane. Un progetto che tende anche valorizzare il mezzo del treno nella salvaguardia dell’Ambiente, riducendo le emissioni in atmosfere di gas dannosi, riducendo l’Effetto Serra.

“C’è da dire che i trasporti – evidenziano in un comunicato i componenti dell’AEC Italia – rappresentano circa il 25% delle emissioni di gas ad effetto serra, all’interno dell’UE. Questo valore è evidentemente destinato a crescere se non si adottano i giusti e necessari interventi. La quota del 25% del gas serra è costituita da ben il 72% circa delle emissioni dovute al trasporto su strada. Invece, la ferrovia produce soltanto un esiguo 0,5% di gas ad effetto serra. Inoltre la nostra Associazione cerca di valorizzare i territori ed ha istituito il Premio Euroferr. L’AEC- sez. Italiana, considera le Stazioni non solo come punti di transito, ma come porte di ingresso a territori meravigliosi e magici dal punto di vista artistico, turistico, ambientale e archeologico. Il 23 aprile 2020 la stazione viene inserita (insieme ad altre 87 presenti nel Lazio) nel piano di riqualificazione delle Ferrovie dello Stato.

Nell’ambito del progetto è istituito un Premio (Diploma D’Onore) che verrà consegnato ai Sindaci di Borghi e piccole cittadine che, selezionate, rispettano i valori sopra indicati.

L’AEC sezione Italiana, il 16 febbraio 2024, con i suoi soci del Lazio ha attivato la nuova sezione Regionale del Lazio proprio con lo scopo di essere ancor più vicina, attiva ed incisiva a livello territoriale. In una Convention sono stati eletti gli organi dirigenti: Varone Oreste (Segretario Regionale Lazio) – Marcello Luca (Vice segretario) – Lugi Franco Miele (Tesoriere Segretario Amministrativo). 

Per tutti quelli che vorranno condividere i fini dell’Associazione ed essere incisivi nei confronti delle Società del Trasporto Ferroviario ed Istituzioni ad esse collegate.   

Il Segretario Regionale invita ad iscrivervi ad AEC sez. Italia contattando: Luigi Franco Miele (luigifranco.miele@gmail,com tel.:3471300882) e Lucio Simone    (simonelucio69@gmail.com).

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