CASSINO – Un bagno di folla questa mattina in piazza De Gasperi alle Celebrazioni per l’Ottantesimo Anniversario della Distruzione di Cassino, tanti gli applausi per il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Un monito di pace il suo intervento. “Far cessare ovunque il suono delle armi e riaprire una speranza di pace”, il monito del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la cerimonia per la Celebrazione dell’Ottantesimo anniversario della distruzione di Cassino.
“La guerra non si ferma alla soglia della barbarie – ha ricordato Mattarella – bisogna interrompere il ciclo drammatico di terrorismo, di violenza, di sopraffazione, che si autoalimenta e vorrebbe perpetuarsi”. Va riaperta “una speranza di pace”. Un monito, ma anche un chiaro richiamo a quanto sta avvenendo in queste settimane a Gaza e da due anni in Ucraina. Vanno fermati gli eccessi reazione. Il Capo dello Stato ha sottolineato: “Bisogna interrompere il ciclo drammatico di terrorismo, di violenza, di sopraffazione, che si autoalimenta e vorrebbe perpetuarsi”. “Ma Cassino è anche protagonista, straordinaria testimone – ha concluso il Presidente Mattarella – della risalita dall’abisso. Un abisso che inghiottì anche migliaia di giovani di altri Paesi che morirono combattendo contro gli oppressori dell’Italia e che ricordiamo con commozione e con riconoscenza. La strada della libertà è stata segnata dal sacrificio e dal coraggio degli uomini che combatterono coraggiosamente – e in tanti vi persero la vita – anche in questi territori, prendendo parte alla lotta di Liberazione, per far sì che prevalesse la pace nel Continente dilaniato da nazionalismi e conflitti e che non avessero a soccombere le ragioni dei diritti delle persone e dei popoli“.
Parole pronunciate dopo la preghiera alle Vittime della guerra recitata dal Vescovo Mons. Gerardo Antoniazzo e l’intervento del sindaco Salera con il saluto al Presidente Mattarella, ai ministri della Difesa, Guido Crosetto, dell’Interno Matteo Piantedosi e a quella delle Riforme Costituzionali, Maria Elisabetta Alberti Casellati, al Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca ed alle altre Autorità civili e militari. Nel suo intervento il Primo Cittadino di Cassino, ha rievocato quei tragici giorni del bombardamento, della distruzione della Città e della morte di molti inermi cittadini. “Il 15 marzo di ottanta anni fa, di primo mattino – ha ricordato Salera – iniziò l’ultima fase del “calvario” di Cassino, cominciato con il bombardamento del 10 settembre dell’anno precedente. Per tutta la giornata e nella successiva, gli aerei scaricarono una enorme quantità di bombe.
Il 16 sera, Cassino fu un cumulo di macerie e di polvere. Una cittadina con più di ventimila abitanti (a quel tempo) venne letteralmente rasa al suolo. Stessa sorte era stata riservata, esattamente un mese prima, il 15 febbraio, alla nostra millenaria Abbazia di Montecassino, centro di vita spirituale e di trasmissione del sapere nei secoli. Sotto le sue macerie – ha proseguito il Primo Cittadino – perirono centinaia di cassinati lì rifugiatisi con la convinzione di trovare riparo in luogo sicuro. Così non fu, purtroppo. Cattiva sorte legò così Cassino ad altre città che, in diverse parti del mondo, imboccarono, loro malgrado, la strada del martirio. Fu un’azione militare che molti esperti, in seguito, giudicarono militarmente sbagliata. “Da quei giorni – ha ricordato Salera – Cassino ha saputo risorgere, ed avere un posto nella storia del Paese e divenire Città di Pace. Cassino martire, ma esempio di rinascita, come la sua millenaria Abbazia.
Il Presidente Mattarella aveva aperto la Cerimonia con la deposizione di una corona d’alloro al Monumento ai caduti in piazza De Gasperi e passato in rassegna il picchetto d’onore.
FOTO A. NARDELLI