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L’assessore alla Polizia locale, Monica Capitanio risponde alla polemica del ‘parcheggio riservato per il sindaco’

Il municipio di Cassino con le auto della polizia locale

CASSINO – Dopo le polemiche dei giorni scorsi sull’esistenza di ‘un parcheggio riservato per l’auto privata del sindaco dinanzi al Comune’, da parte di qualche esponente del centrodestra. Il Primo cittadino aveva già respinto tali accuse rimettendole al mittente. Salera aveva, infatti, risposto al grillo parlante del centrodestra, che per la sua auto privata paga regolarmente l’abbonamento come ogni altro cittadino. Oggi, in un comunicato, interviene l’assessore alla Polizia Locale, Monica Capitanio. La responsabile dell’assessorato alla Municipale, puntualizzando sulla polemica nata da un articolo apparso sulla stampa locale, spezza una lancia in favore dell’intero corpo della polizia locale, sulla loro professionalità, nonostante le esigue forze in campo, ma anche nei confronti del Comandante Acquaro. Monica Capitanio scrive: “Non sorprende che in campagna elettorale ci sia chi, privo di freni inibitori, in assenza di reali proposte e credibili progetti di certa opposizione di cui si sente parte, ricorra in maniera irresponsabile all’uso della diffamazione e della denigrazione strumentale e menzognera. Al punto da scambiare, in preda a furore polemico fuori controllo, il sindaco Salera per il Comandante della Polizia Locale e per i suoi vigili urbani. Ci sarebbe da sorridere su, se non fosse per il fatto che non bisogna lasciare in libera uscita affermazioni false e palesemente tendenziose, che creano confusione.
Come quella del sindaco che si sarebbe riservato un posto davanti al Comune ove parcheggiare la sua auto mentre tutt’intorno fioccherebbero multe ingiustificate. Se si pensa di poter ottenere la vittoria con una campagna elettorale costruita sui veleni, diffondendo l’idea del sospetto, di accuse ventilate e non provate, solo perché incapaci di rispondere sui contenuti e sulle reali necessità del territorio, noi non ci saremo”.

L’assessore alla polizia locale di Cassino, dopo aver ribadito che ogni singolo componente della Giunta e dell’amministrazione tutta, esattamente come il Sindaco, pagano l’abbonamento per i parcheggi a pagamento, scende in capo per difendere l’operato del corpo dei vigili e del comandante Acquaro. “I nostri agenti non sono vigili muniti di paletta e di blocchetto delle multe come nel divertente film di Aberto Sordi: i nostri sono professionisti preparati e qualificati”, dice la Capitanio.
Ed aggiunge: “Esternazioni che vanno ben al di là del diritto di critica che riteniamo faziose, offensive, infondate, sono inaccettabili. Le condanniamo con fermezza esprimendo tutta la nostra solidarietà al Comando e ai singoli agenti. Siamo grati alla nostra polizia municipale per il gran lavoro che svolge quotidianamente al servizio della collettività. Possiamo testimoniare che i nostri agenti operano sempre
coscienziosamente, con la massima professionalità e nella maniera più corretta possibile. Peraltro, sappiamo bene che i loro compiti non si limitano al solo controllo della circolazione veicolare ma spaziano su più fronti, anche a supporto di altri settori comunali e a copertura di un territorio vasto e complesso. Proprio due giorni fa sono stati consegnati gli attestati di ispettori ambientali a volontari formati proprio dalla nostra Polizia locale sotto la direzione del comandante Acquaro. Egli ha saputo organizzare i pochi uomini a disposizione quando, accusandolo di inerzia, venivano invocate più sanzioni in una città ritenuta senza controllo. Oggi con un organico arricchito, seppur ancora con poche unità, la polizia locale riesce a garantire ancora più ordine nel mercato e presenza sul territorio”.
L’assessora con delega alla Polizia Locale conclude con una maliziosa ipotesi. “Non vorrei che questa inversione di rotta, il passaggio cioè dalla richiesta di una maggiore legalità con interventi più frequenti, alla denuncia di presupposte ingiustizie operate ai danni di cittadini (da incivili trasgressori fuori controllo, con improvvisa metamorfosi diventati vittime incomprese), rappresentasse invece il grido di chi viene pizzicato in fallo perché, per guardare la pagliuzza nell’occhio dell’altro non si era accorto della trave che aveva nel suo, ed oggi si sente vittima di quella giustizia tanto invocata”.

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