La scultura del generale Anders in viale Dante, rafforza il legame fra popolo polacco e la Città

La scultura del generale Anders in viale Dante, rafforza il legame fra popolo polacco e la Città

19 Maggio 2024 0 Di Felice Pensabene

COMUNICATO STAMPA

CASSINO – La scultura bronzea del generale polacco Ladislao Anders, giovane e in divisa, ora domina con la sua imponenza fisica in viale Dante, in uno spazio ad una decina di metri dalla rotatoria di largo Dante.

E’ stato infatti inaugurato questa mattina il monumento a lui eretto. Un progetto partito quattro anni fa, interrotto dal Covid prima e da problemi burocratici legati allo spostamento della centralina, dopo.

Ciò che non è stato possibile in tanto tempo, si è, alla fine, concretizzato in pochi mesi. Anzi “in pochi
giorni” come è stato rilevato dalla stessa ambasciatrice Anna Maria Anders, figlia del grande generale.

Gli operai di una ditta in questi ultimi giorni hanno lavorato a tambur battente per far sì che tutto fosse pronto per la data del 18 maggio. Giornata questa assai cara ai Polacchi che ieri pomeriggio, presente il loro capo dello Stato, Andrej Duda, e il nostro presidente Mattarella, con una cerimonia lunga e solenne, da par loro hanno reso omaggio ai soldati polacchi (1057) che 80 anni fa immolarono qui le loro vite e sono sepolti nel cimitero militare di Montecassino.
Ad inaugurare il monumento, progettato dall’architetto Giacomo Bianchi, il sindaco Enzo Salera, il ministro polacco Lech Parell, la figlia del generale, l’ambasciatrice Anna Maria Anders, il sindaco Mateusz Bobek del Comune polacco di Micdzyzdroje, nel cui teatro comunale è stata tenuta la statua, l’ex olimpionico Maminski e il promotore dell’iniziativa, l’ex consigliere comunale Antoine Tortolano. Particolarmente soddisfatto e parimenti emozionato per aver visto realizzato quello che era stato un suo “sogno”. Presenti assessori e consiglieri comunali di maggioranza. Ma soprattutto tanti i polacchi che hanno voluto esserci in un momento tanto atteso.
Presente il sindaco di San Giorgio a Liri, La Valle, insieme ai piccoli della scuola “Sacro Cuore” che, guidati dal maestro Donato Rivieccio, hanno intonato la canzone da lui scritta e musicata, “I love Polonia”.

“E’ un momento solenne per la città di Cassino, un momento importante, come lo è questo monumento per i Polacchi. Ma anche per noi – ha detto il sindaco Salera – Abbiamo cominciato a lavorarci da tanto tempo, non senza incontrare difficoltà. E’ un altro spazio che prende vita, un omaggio al popolo polacco e anche un luogo, ne sono sicuro, che porterà tanti turisti non solo a Montecassino ma anche nel centro della nostra città”.
Il primo cittadino ha quindi ricordato il gesto eroico dei soldati polacchi venuti da lontano a combattere qui “per la nostra e la loro libertà” e ha voluto ringraziare quelli che hanno lavorato per questo risultato. “A partire da Antonio Tortolano che ha seguito il progetto dall’inizio – ha detto – e Giacomo Bianchi, architetto brillante, che ha progettato il monumento”.
Ringraziamenti al sindaco, alla sua amministrazione sono arrivati naturalmente dall’ambasciatrice che si è augurata che lo spazio del monumento possa diventare il punto d’incontro “di tutti i pellegrini che verranno qua, nella vostra città, a visitare il cimitero di Montecassino”. A proposito del monumento, ha detto che si è trattato “di un miracolo. Fino a due settimane fa non ci credevo. Un miracolo, come la battaglia di Montecassino. L’amicizia tra Cassino e la Polonia esiste da tanto tempo. Ora è diventata molto più profonda. Grazie a voi tutti, cari amici italiani”.

Antoine Tortolano ricorda che non è stata una strada in discesa quella che ha consentito di tagliare il traguardo quest’oggi: “Ci son voluti sacrificio, pazienza, tenacia, volontà di andare avanti senza scoraggiarsi e arrendersi.
“Abbiamo dato alla nostra città, nel cuore di questa città, un luogo di memoria dove raccogliersi e meditare su cosa è accaduto qui 80 anni fa”, ha detto.
Per l’architetto Giacomo Bianchi si vuole ricordare al mondo il sacrificio di quei 1057 giovani che immolarono la loro vita. “Non si tratta solo della sistemazione di una statua – ha osservato – ma del processo di riqualificazione della città che dovrà continuare ancora. Chi non lo comprende, si condanna da solo a condividere comunque e per sempre ciò che ripudia e rinuncia a comprendere”.