L’Association Europeen Des Cheminots (Ferrovieri) analogamente alle altre edizioni patrocinerà per il settimo anno il Premio di Poesia San Bernardino di Stimigliano (Sezione Poesia Ferroviaria) giunto alla XXIII edizione.
Si partecipa presentando fino a tre poesie inedite di 40 versi al massimo e, in ogni caso, verranno prese in considerazione solo le prime tre poesie elencate.
La partecipazione delle scuole di ogni ordine e grado è gratuita ed è particolarmente importante per far conoscere l’importanza del traporto dolce, su rotaia essenziale per ridurre quello su strada e gomma molto inquinante, alle nuove generazioni, molto sensibili alla ‘questione ambientale’. La Giuria selezionerà i testi che saranno premiati con coppe, medaglie ed attestati in una cerimonia di lettura pubblica con la partecipazione di personalità del mondo della cultura. I partecipanti si assumono la responsabilità di eventuali plagi. Per gli autori minorenni occorre l’autorizzazione scritta (online o cartacea) di un genitore. I testi inviati non saranno restituiti in nessun caso. La premiazione si svolgerà domenica 19 maggio 2024 alle ore 16:30 a Stimigliano in piazza Leone Orsini (Borgo Antico di Stimigliano).
Questa è una delle molteplici iniziative che si prefigge l’Associazione AEC, ma fra queste la più importante è la salvaguardia delle vecchie stazioni ferroviarie del nostro Paese. Il recupero e la creazione di musei delle ferrovie, in cui saranno inseriti tutti gli elementi che nel corso degli anni e, dei secoli, hanno rappresentato le stazioni e il treno nella mobilità degli italiani e non solo.
C’è un ulteriore, importante obiettivo che l’AEC persegue, in una storica visione delle ferrovie italiane: la catalogazione e la valorizzazione degli innumerevoli ponti in ferro che, oltre ad avere la funzione di collegamento fra colline, valli e monti, rappresentano una parte importante del patrimonio rotabile legato alla funzione e all’uso del treno.
Uno dei massimi esperti in questo settore è il presidente nazionale dell’AEC è il Generale Mario Pietrangeli 33° Comandante del Reggimento Genio Ferrovieri che abbiamo incontrato a margine del Congresso Nazionale dell’AEC che si svolgerà a Milano il prossimo 25 maggio.
Generale Pietrangeli, perché sono importanti i ponti, oltre naturalmente al collegamento fra due punti di un territorio?
“I ponti nascono per la necessità delle vie di comunicazione di superare ostacoli naturali in maniera agevole. Ostacoli costituiti principalmente da corsi d’acqua, o da discontinuità del terreno legate comunque all’orografia del territorio. Nei tempi moderni, con l’aumento dell’urbanizzazione e delle vie di trasporto, oltre che a causa della necessità di avere strade e ferrovie sempre più veloci e quindi con profili plano-altimetrici più regolari, si sono resi necessari ponti in grado di superare non solo corsi d’acqua ma anche ampie depressioni o altre vie di comunicazione, nascono così i viadotti ed i cavalcavia”.
Come sono cambiate, nel corso degli anni, le scelte e le tecniche progettuali dei ponti, in particolare nel campo del trasporto ferroviario?
“Nella tradizionale costruzione dei ponti erano stati prima utilizzati la pietra e il laterizio, che venivano utilizzati usando uno schema statico ad arco o successione di archi. Grazie alla rivoluzione industriale, un nuovo materiale innovativo, il ferro lavorato, fece la sua comparsa in Europa e negli Stati Uniti d’America”.
Cosa cambiò nella costruzione dei ponti, in particolare quelli ferroviari, e nella loro funzione?
“Successivamente grazie allo sviluppo della Teoria delle Strutture, basata sul comportamento elastico lineare dei materiali portò l’acciaio io ad essere molto utilizzato nelle costruzioni dei ponti soprattutto con l’utilizzo di travi reticolari. Nella Prima metà del ‘900: Il periodo della razionalizzazione dell’analisi statica. Nella seconda metà del ‘900: Lo sviluppo degli studi aeroelastici. Grande impulso ebbero gli studi sull’aerodinamica dei ponti dopo il disastro del ponte Tacoma. Gli studi aeroelastici compiuti in Aeronautica sulla dinamica dell’ala vennero opportunamente trasferiti alla dinamica dei ponti”.
Può farci qualche esempio di questo tipo di ponte realizzato con questa tecnica di ‘travi reticolate’ e perché è importante la struttura reticolare?
“Una struttura reticolare, quella del “tipo EIFFEL per intenderci, è un particolare sistema strutturale in cui tutte le travi (aste) sono collegate tra loro alle estremità da cerniere interne (nodi) e sono vincolate a terra tramite cerniere o carrelli esterni applicati ai nodi. Se i vincoli (esterni ed interni) sono perfetti, cioè senza attrito, e le forze esterne sono applicate solo nei nodi, allora le aste risultano soggette solo a sforzi assiali di trazione o compressione. In altre parole richiamano la progettazione della Torre Eiffell che tutti conoscono. Il simbolo di Parigi, altro non è che una grande struttura reticolare, formata da una robusta travatura metallica a maglie triangolari, la quale riduce l’area esposta al vento che, dunque, non ha a disposizione molto spazio per esercitare la sua pressione”.
Che importanza storica hanno i ponti ferroviari con questa nuova tecnica progettuale?
“Prendiamo ad esempio il ponte San Michele, ma ve ne sono molti altri nel mondo, che collega i paesi di Paderno d’Adda (Lecco) e Calusco d’Adda (Bergamo) attraversando una gola del fiume Adda, dal punto di vista storico, è paragonabile a quella della già citata Torre Eiffel, costruita esattamente nello stesso periodo storico e con tecnologie analoghe: entrambe le strutture, in tale periodo, divennero il simbolo del trionfo industriale per i rispettivi paesi. All’epoca della sua costruzione il ponte San Michele era infatti il più grande ponte ad arco al mondo per dimensioni e il quinto in totale per ampiezza di luce. Potrei citare anche Il Ponte di Ronciglione, un ponte in ferro, ferroviario ad arco che varca la vallata in cui scorre il Rio Vicano nei pressi del centro abitato di Ronciglione e della poco distante Stazione di Ronciglione. È percorso dalla ex linea ferroviaria Civitavecchia-Capranica-Orte, chiusa al traffico dal 1994. A tal proposito devo ricordare che l’associazione A.E.C.-Lazio ha fra i suoi obiettivi proprio la riapertura di quel tratto ferroviario”.
La valorizzazione del treno e le strutture a questo collegato, ponti compresi, – conclude il Gen. Mario Pietrangeli – rappresentano gli obiettivi fondamentali dell’Associazione A.E.C., come il recupero delle stazioni e dei vecchi tratti di linee ferroviarie dismesse costituiscono un valore storico da preservare. Del resto è risaputo che il treno è l’alternativa al trasporto su gomma, non solo merci, per valorizzare i territori, un indiscusso valore ambientale, di salvaguardia del pianeta dai gas serra e dai cambiamenti climatici sempre più devastanti.