Lozza e Tosini condannati anche per la discarica di Roccasecca, ma la Regione Lazio la vuole riaprire
7 Maggio 2024Roma – Sei anni di carcere per corruzione; due anni in più di quanto aveva sollecitato la pubblica accusa per i due protagonisti della vicenda giudiziaria legata allo scandalo delle discariche nella Regione Lazio. Valter Lozza, imprenditore della provincia di Frosinone, e Flaminia Tosini, ex dirigente del settore ambiente della Regione Lazio, sono stati condannati, questa mattina per corruzione dalla seconda sezione collegiale del tribunale di Roma.
Loro, proprietario e dirigente della Regione Lazio, avevano possibilità di aprire discariche o autorizzarne gli ampliamenti così come fecero per la discarica di Roccasecca aggirando vincoli paesaggistici e ambientali. Anche per la discarica ciociara, oggi i due sono stati condannati ma nonostante ciò, la montagna dei rifiuti accumulati a Roccasecca, potrebbe continuare a crescere dato che il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, un mese fa, ha dichiarato che l’area di Cerreto di proprietà Mad, quindi di Lozza, in mancanza di altre proposte, tornerà a raccogliere rifiuti.
Un giudizio di primo grado, quello di stamattina, che arriva a poco più di 3 anni dall’arresto dei due, operato dai carabinieri del Noe di Roma che aveva indagato sulla loro relazione, e su come venivano concesse le autorizzazioni regionali agli impianti dei rifiuti gestiti dall’imprenditore. “Gli interessi pubblici sono stati piegati a quelli privati”, aveva detto il sostituto procuratore Rosalia Affinito nella sua requisitoria, al termine della quale aveva chiesto una condanna a 4 anni ciascuno.
Le indagini, infatti, avevano disvelato un meccanismo che permetteva all’imprenditore di ottenere autorizzazioni ad ampliare, o a progettare impianti di rifiuti, dietro l’elargizione di regali di lusso e vacanze. La pubblica accusa aveva ripercorso le fasi dell’indagine nate sul finire del 2019 quando i carabinieri del Noe si insospettirono per un eccessivo interessamento, da parte della ex dirigente della Regione, per una trattativa privata tra l’imprenditore titolare della Mad e la società Ngr proprietaria di una cava in località Monte Carnevale, tra i siti che avrebbero potuto accogliere la nuova discarica di rifiuti urbani di Roma.
Si arrivò così a definire i contorni dell’ampliamento della discarica di Roccasecca di proprietà della società Mad di Lozza, ma anche alla “operazione straordinaria”, così come Lozza aveva definito in una intercettazione telefonica con Tosini: la terra sbancata da lavori dalla discarica di Civitavecchia di Lozza, “venduta” per realizzare il capping alla discarica di Bracciano di cui era commissario straordinario la stessa Tosini. “La terra poteva essere usata in zone limitrofe a Civitavecchia.
Ma Bracciano non è limitrofo a Civitavecchia, sono in province divere”, aveva spiegato il Pm. Quella terra che doveva essere trattata come rifiuto, e quindi smaltita con esborso di soldi da Lozza, invece gli avrebbe fruttato 265 mila euro. Anche se Affinito nella sua requisitoria non entra nel merito del rapporto sentimentale tra i due, ha sostenuto, però, che Tosini “si è legata così tanto” a Lozza “da essere obnubilata nelle sue funzioni pubbliche fino al punto da dirgli: ‘come posso fare per aiutarti’. Siamo ben oltre le normali interlocuzioni.
È emerso come Tosini dà consigli su come proteggersi dai controlli dell’Arpa, da quelli della polizia giudiziaria e dai controlli della stessa Regione Lazio”. L’iniziativa della Tosini “è servita a far guadagnare i soldi all’amante” ha detto il Pm ricordando la borsa di Prada da 1.800 euro e i bracciale di Cartier da 3.500 euro donati dall’imprenditore a Tosini. Questa mattina la corte collegiale ha condannato i due a sei anni di carcere ciascuno.
“C’è amarezza”. È il commento dell’avvocato Marco Mazzatosta, legale di Flaminia Tosini. “Difficile commentare senza leggere la sentenza- ha anche detto Mazzatosta – Il prezzo della corruzione sarebbe di 9mila euro in doni che i due si sarebbero fatti. Aspetteremo i 90 giorni per leggere le motivazioni. Crediamo non ci sia stata corruzione, manterremo la barra dritta e andiamo per la nostra strada anche in Appello. C’è amarezza”, ha concluso.
L’associazione ambientalista Raggio Verde costituita come parte civile nel processo, si dice soddisfatta per “per il giusto esito del processo di primo grado per corruzione dell’ingegner Tosini e del signor Lozza nella opaca vicenda della discarica di Monte Carnevale”. L’associazione è stata rappresentata nel processo dall’avvocato Vittorina Teofilatto. “Questo esito – dice l’avvocato – invita i cittadini a reagire ai soprusi e ad avere fiducia nella giustizia”.
Ermanno Amedei