Misura cautelare eseguita dai Carabinieri Forestali per corruzione verso dieci imprenditori agricoli

Misura cautelare eseguita dai Carabinieri Forestali per corruzione verso dieci imprenditori agricoli

13 Maggio 2024 0 Di Felice Pensabene

FROSINONE – I militari del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale (N.I.P.A.A.F.) del Gruppo Carabinieri Forestale di Frosinone hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di
applicazione di misura cautelare, consistente nella sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio,
emessa dal GIP di Cassino nei confronti di un dirigente della Regione Lazio, per il reato di corruzione
per l’esercizio della funzione ex art. 318 c.p.
Le indagini espletate dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale
(N.I.P.A.A.F.) del Gruppo Carabinieri Forestale di Frosinone, sono iniziate nel 2020 con il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Frosinone per poi transitare per competenza presso la Procura della Repubblica di Cassino.
Le attività investigative hanno avuto ad oggetto l’erogazione di fondi europei per lo sviluppo rurale
(PSR), di competenza della Regione Lazio. In tutto sono stati accertati 6 episodi, con la denuncia di 10
soggetti, tra imprenditori del settore agricolo e funzionari della Regione Lazio, per il reato di corruzione
per l’esercizio della funzione.
In particolare l’ipotesi di reato verte sull’attività del Dirigente Regionale che, in cambio di utilità
consistenti in forniture di generi alimentari, rifornimenti di carburante per l’auto personale, assunzione
di una figlia e promessa di assunzione per un altro figlio, si adoperava a favore dei soggetti richiedenti i
contributi europei.
In un primo caso il Dirigente riceveva da un noto imprenditore, a cui sono riferibili diverse società che
si occupano di allevamento di bufale e di produzione di generi alimentari bufalini nella zona ciociara,

numerosi prodotti alimentari, nonché diversi rifornimenti di gasolio per la sua auto, a fronte
dell’emanazione di atti del suo ufficio a favore delle aziende.
In altro caso il Dirigente, al fine di favorire la celere definizione di una pratica relativa ad un
finanziamento richiesto dall’amministratore di un’azienda agricola con sede in Romania, ma con
un’unità locale nel frusinate, riceveva generi alimentari, bottiglie di vino nonché un pranzo presso un
noto ristorante del Cassinate.
In un terzo episodio il Dirigente si impegnava alla pronta risoluzione delle problematiche inerenti le
pratiche di finanziamento da una società cooperativa agricola con sede nel pontino, ottenendo in cambio
l’assunzione della figlia presso tale società.
In un quarto caso il Dirigente era disponibile alla pronta risoluzione delle criticità che potessero
rallentare la chiusura di un procedimento relativo ad un finanziamento chiesto da un imprenditore
agricolo del Cassinate, anche intercedendo presso i funzionari che materialmente si occupavano delle
pratiche, ricevendo in cambio il rifornimento di carburante per la sua auto.
In un quinto episodio il Dirigente si è fattivamente adoperato sia per la promozione dell’attività di un
noto imprenditore del cassinate, sia per la celere definizione della procedura volta a ottenere un
finanziamento richiesto dalla ditta di cui l’imprenditore è titolare, nonché offrendogli rassicurazione
sulla veloce risoluzione di ogni problematica, ottenendo in cambio la promessa di assunzione del figlio.
In un ultimo caso il Dirigente si interessava attivamente dei procedimenti che interessano un
imprenditore titolare di un’azienda olearia, informandolo sullo stato di avanzamento dei procedimenti
stessi e rassicurandolo sui tempi di erogazione del finanziamento, incaricando i funzionari istruttori; in
cambio il Dirigente otteneva continui rifornimenti di carburante per la sua auto e diverse forniture di
olio.
Il comunicato viene effettuato nel rispetto del D.L. 106/2006, così come modificato dal D.L. 188/2021,
in quanto ricorrono “specifiche ragioni di interesse pubblico” che lo giustificano per la particolare
rilevanza pubblica dei fatti oggetto di accertamento e per le esigenze costituzionalmente tutelate
connesse al diritto all’informazione, al fine di fornire notizie in modo trasparente e rispettoso dei diritti
degli indagati e delle parti offese, con presunzione di innocenza degli indagati fino a sentenza
definitiva.