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Il genere umano ha dichiarato “guerra al fuoco”, eppure nelle caverne faceva comodo

Ambiente – Provate ad accendere uno zampirone per proteggervi dalle zanzare in una serata estiva. A meno che non siate un fumatore tradizionale, non troverete nelle vostre case una fiammella utile allo scopo.

Inutile pensare di utilizzare i fornelli della cucina; ormai sono a induzione e, quindi, niente fuoco. Neanche sperare nella fiammella pilota della caldaia a gas; l’energia per il riscaldamento e acqua calda sono assicurati da pannelli fotovoltaici e, quindi, da energia elettrica: niente fuoco.

Certamente non per accendere lo zampirone ma consideriamo anche che lo scoppio del carburante nei cilindri delle nostre automobili non sarà più consentito, salvo stravolgimenti alla Commissione e Parlamento europeo dal 2035, sostituito dai motori elettrici.

Aggiungiamo che alcune Regioni hanno imposto limitazioni a caminetti a legna o stufe a pellet e ci accorgiamo che il fuoco è stato bandito dalle nostre case. Intendiamoci, la nostra è una considerazione e non certo una critica ai provvedimenti di tipo ambientale (se non a quella eccessivamente “ansiosa”).

La combustione produce Co2 che, secondo gli scienziati, sta causando disastri climatici. Questo sembra essere il motivo per il quale il genere umano ha dichiarato “guerra al fuoco” mettendolo al bando.

In pochi anni, quindi, soltanto l’Europa, forse con una corsa a tratti isterica dato che da sola è causa del 4 per cento dell’anidrite carbonica emessa nell’atmosfera, ha “bannato” l’elemento naturale grazie al quale il genere umano si è evoluto. Le prime evidenze di domesticazione del fuoco da parte del genere Homo variano tra 1,4 e 2,3 milioni di anni fa.

Il riscaldamento globale c’è e va contrastato, ma quella forma di ambientalismo stretto che indica come “inquinante” anche le appendici più estreme come il caminetto di montagna, finisce per “attizzare il fuoco” del dissenso

Ermanno Amedei

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