Al via stagione nel paradiso degli sciatori in Alto Adige. Invito a divertimento prudente, oltre 5.500 infortuni nel 2023/24, fascia a rischio donne 51 e 60 anni
26 Ottobre 2024A poche settimane dall’inizio della stagione sciistica in Alto Adige, sono stati resi noti i numeri degli infortuni registrati nella passata stagione. Numeri che invitano a vivere la montagna con serenità, ma anche prudenza. Dai dati raccolti sulle piste da sci nella stagione 2023/2024, dai soli carabinieri della compagnia di Bolzano comandata dal colonnello Raffaele Rivola, si evince che gli interventi per infortuni sulle piste altoatesine sono state complessivamente 5.445. Sei i decessi complessivi ma soltanto due dovuti a traumi. Parliamo del maggiore comprensorio sciistico dell’arco alpino e che comprende gli impianti dei comuni di maggior richiamo come quelli dei comuni di Ortisei, Bressanone, Brunico, Vipiteno e che costituiscono uno spaccato significativo. Si tratta di dati inediti resi pubblici alcuni giorni fa in occasione di un convegno che si è tenuto a Bolzano dal titolo “Sicurezza sulle piste da sci” organizzato dall’associazione Azimut.
Dalla lista degli infortuni si evince che i feriti sono equamente distribuiti tra i generi (2.710 maschi e 2.735 femmine) e che la fascia più a rischio è quella delle femmine di età compresa tra i 51 e i 60 anni (668 interventi) e gli ultra 60enni maschi (564 interventi). Inoltre il maggior numero degli interventi sono dovuti ad infortuni capitati agli sciatori, 4.771 interventi, contro i 442 interventi dovuti per gli appassionati dello snowborder. Ovviamente su questo dato c’è da aggiungere che gli sciatori sono in netta maggioranza.
Le maggiori cause degli infortuni ovviamente sono dovute alle cadute accidentali, ben 3.996, mentre le collisioni tra persone sono state 737. In 63 casi ci sono stati ferimenti dovuti a collisioni con ostacoli fissi (Stazioni, baite, piloni funivie) e in 20 casi con ostacoli mobili (motoslitte o gatti delle nevi). Sono stati 45 i feriti dovuti ad uscite di pista, e 91 mentre si saliva o scendeva dagli impianti. Tra la tipologia di traumi prevale per frequenza, e per fortuna, la distorsione, 1709 casi, segue la semplice contusione, 1288 casi. Ci sono poi le 957 fratture e le 440 lussazioni, 393 traumi cranici, le 269 ferite lacero contuse fino ad arrivare alle 79 lesioni muscolari e alle 21 fratture esposte. Due i casi più estremi di decesso per trauma e 4 per malori. Più esposto è il ginocchio (1.793 casi), la spalla (712), il cranio (548), la gamba (376), il polso (735), la caviglia (257).
Il giorno nero, in cui si sono concentrati i maggiori interventi è stato il lunedì (830 interventi) da domenica (819) e mercoledì (818). La fascia oraria peggiore è quella che precede il pranzo, dalle 11 alle 12 (1.064 interventi) seguita dalla fascia successiva compresa tra le 12 e le 13 (864). Forse anche perché sono le fasce con il maggior numero di sciatori in pista. Ma il lavoro dei carabinieri sotto il comando del colonnello Rivola non si è limitato solo ai soccorsi, anzi, quella è stata la parte marginale. Nei mesi invernali le comunità delle Dolomiti raddoppiano, se non triplicano le presenze con la conseguenza che raddoppiano e triplicano anche i reati. Circa 80 i militari che quotidianamente pattugliano le aree maggiormente affollate da sciatori nei vari impianti della provincia autonoma di Bolzano “ma senza distogliere l’attenzione dagli altri servizi di vigilanza sul territorio” ha assicurato il colonnello Raffaele Rivola, comandante provinciale dei carabinieri di Bolzano.
I carabinieri hanno 80 stazioni nei 116 comuni dell’Alto Adige e ogni comprensorio sciistico ricade in un comune dove c’è una stazione dei carabinieri. Sulle piste aumentano anche quei fenomeni di criminalità che solitamente avvengono nelle piazze “basti pensare ai furti, lo spaccio di droga o anche l’alcool assunto da sciatori, ma anche dagli automobilisti”. Ed proprio il contrasto alla guida in stato di ebrezza che Rivola ha fatto la propria missione “ci sono genitori che portano i figli a sciare, preoccupati che possano farsi male, ma che attendono la fine delle lezioni bevendo alcolici di ogni tipo. Poi li riportano a casa guidando completamente ubriachi”. Quindi il messaggio è “prudenza sulle piste ma anche sulla strada”.
Ermanno Amedei