Sei Paesi per dare il nome a 46 donne morte da anni in Europa, l’operazione si chiama “Identify Me”
8 Ottobre 2024Europa – Sei Paesi più l’interpol, collaborano per identificare i corpi di 46 donne che giacciono da anni senza nomi negli obitori giudiziari di Belgio, Germania, Paesi Bassi, Francia, Italia e Spagna. Quatto casi sono relativi a ritrovamenti di cadaveri in Italia e sono il caso di una donna morta a Genova il 14 luglio 2001, una a Firenze il 13 novembre 2007, a Milano il 23 gennaio 2004 e il corpo di una donna trovato nel fiume Po a Carbonara il 25 maggio 2008.
La maggior parte delle donne è stata uccisa o è morta in circostanze sospette o inspiegabili. Alcuni casi risalgono a decenni fa. L’iniziativa prende le mosse dal successo dell’appello di “Identify Me”, lanciato nel maggio 2023 per identificare 22 donne trovate decedute, che ha ricevuto circa 1.800 segnalazioni dal pubblico. Ora è stata ampliata per includere ulteriori casi irrisolti in Belgio, Germania e Paesi Bassi, nonché casi dei nuovi Paesi aderenti Francia, Italia e Spagna.
L’appello sottolinea l’importanza del coinvolgimento pubblico e della cooperazione internazionale nella risoluzione dei casi irrisolti. Offre la speranza di poter ottenere degli indizi cruciali, affinchè la maggioranza di queste donne possa essere identificata e sia fatta giustizia se si è accertato l’omicidio.
“Identify Me” ha già ottenuto risultati significativi come la risoluzione di un caso dopo 31 anni. A due giorni dal lancio della prima fase di “Identify Me”, il 10 maggio 2023, i familiari di Rita Roberts nel Regno Unito hanno contattato il portale dopo aver riconosciuto il tatuaggio della loro congiunta dai notiziari.
Rita Roberts aveva 31 anni quando è partita da Cardiff, Galles, nel febbraio 1992. La sua famiglia ha avuto sue notizie l’ultima volta a maggio 1992 e il suo corpo non identificato è stato trovato ad Anversa il 3 giugno 1992.
Un’indagine ha stabilito che era stata vittima di omicidio. Tale caso continua a far parte dello sforzo internazionale per richiedere informazioni, identificare e chiedere giustizia per queste donne decedute.
I particolari di ciascun caso sono disponibili sulla pagina web “Identify Me” di INTERPOL, con le ricostruzioni facciali di alcune delle donne.
Esistono anche le immagini di oggetti quali gioielli e vestiti che sono stati scoperti nei vari siti, sia terrestri che acquatici, nei quali sono stati abbandonati i resti delle donne.
Tali casi evidenziano le difficoltà nell’identificazione dei resti umani, spesso ritrovati anni dopo il delitto in luoghi remoti o isolati, come pure la sfida di risalire ai paesi d’origine di alcune di queste donne decedute.
Ermanno Amedei