Roma – Faceva la “cresta” sull’asfalto risparmiando centimetri di spessore dal manto che gli operai stendevano sulle strade di Roma.
Una cresta di pochi centimetri, secondo gli investigatori, che per centinaia di chilometri si trasformavano in centinaia di migliaia di euro risparmiati. Soldi che finivano in mazzette per chi doveva controllare, e non lo ha fatto, e per chi faceva vincere le sue ditte nelle gare di appalto. Poco importava se quelle strade con un manto così sottile, poco dopo le asfaltature, tornavano ad essere “groviere”, a provocare incidenti con danni e vittime.
I nomi delle società che asfaltavano le strade di Roma erano sempre le stesse, tutte aziende che, direttamente o indirettamente, erano riconducibili all’imprenditore di Frascati che risulta indagato dalla guardia di finanza di Roma, insieme ad altre 9 persone per associazione per delinquere, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e autoriciclaggio nell’ambito di appalti per il rifacimento del manto stradale.
Tra gli altri indagati ci sono anche funzionari del Comune di Roma e della società Astral. Un giro di affari, tra le gare d’appalto finite sotto la lente degli investigatori, di un centinaio di milioni di euro. Un gruppo composto da 17 diverse società, tutte riconducibili all’imprenditore, costituiva una fitta rete che, secondo chi indaga, avvalendosi di un unico ufficio tecnico amministrativo, partecipava alle gare d’appalto e grazie ad un “centro decisionale” che redigeva e formulava ogni singola offerta, veniva veicolato il risultato della procedura verso la società di volta in volta prescelta.
“In sintesi, dalle indagini delegate è stato possibile rilevare la partecipazione delle società appartenenti al ‘gruppo’ a numerose procedure di gara per lo più inerenti a lavori di rifacimento del manto stradale, con la conseguente aggiudicazione, che nella maggior parte dei casi hanno avuto quale controparte “Roma Capitale” per importi di circa 100 milioni di euro.
Gli inquirenti hanno indagato sui lavori svolti in viale Della Serenissima, via della Magliana, piazzale De Bosis. I lavori non sarebbero stati adempienti “dolosamente – secondo quanto si apprende – agli obblighi contrattuali ivi previsti e ponendo in essere espedienti maliziosi ingannevoli idonei a far apparire l’esecuzione del contratto conforme agli obblighi assunti con particolare riguardo allo spessore del manto di asfalto e alle qualità del materiale impiegato”.
Ermanno Amedei