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Arroganza e malcostume a volte passano ogni limite verso i disabili

CASSINO – Il malcostume dilagante di occupare l’isola pedonale di Cassino con tavoli e sedie durante le serate e negli orari della movida non è certo una novità. Sembra che ora l’amministrazione Salera voglia finalmente porre regole e sanzioni per dare un minimo di ordine al problema. A volte “tavolino selvaggio” sa dare il peggio di sé superando ogni limite in fatto di maleducazione ed arroganza ed è quanto è successo al nostro lettore che ha denunciato un episodio che definire sconcertante è un eufemismo. Un ipovedente, ci ha raccontato quanto gli è accaduto qualche sera fa e che riportiamo.

Gentilissima redazione, chi vi scrive è un ipovedente cinquantenne esasperato e afflitto dai continui fraintendimenti cui è costretto quotidianamente, a motivo della retinite pigmentosa-patologia che porta inesorabilmente alla cecità. L’ ultimo episodio grave di cui sono stato vittima è accaduto pochi giorni fa, di sera (il buio acuisce le mie difficoltà visive) nel centro della mia città, dove pur essendomi scusato per aver involontariamente sfiorato i piedi di una persona che mi ha tagliato la strada e avvertendo di essere invalido visivo-ero senza bastone di orientamento e mobilità-sono stato prima spinto in malo modo, per fortuna senza conseguenze e poi malamente ripreso con un “È UN TUO PROBLEMA” e  “MENO MALE CHE PORTI GLI OCCHIALI” e alle mie spiegazioni imbarazzate  replicava con “MI HAI INFASTIDITO”.

Di seguito troverete anche un sunto di ciò che accade nella mia occupazione di centralinista telefonico in uno dei Tribunali italiani, in cui l’ottusità sembra regnare sovrana.

Tanto vi scrivo, nella speranza di poter arrivate-attraverso la vostra trasmissione- ad un pubblico più numeroso possibile e chiarire che purtroppo non esiste solo la cecità totale, ma anche quella parziale con tutte le sue sfumature e appendici.   Augurando buon lavoro, porgo distinti saluti”.

Un episodio grave che mette in risalto non soltanto il problema delle barriere architettoniche, ma soprattutto le barriere culturali di chi non riesce ad accettare che la diversità, qualunque sia, come un valore importante per una società civile ed inclusiva. Bisogna continuare a lavorare ancora molto, è vero, ma insieme ce la si può ancora fare!

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