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Rigopiano, la Corte di Cassazione condanna ex prefetto di Pescara. Nuovo processo per sei

La Corte di cassazione, ha in parte accolto i ricorsi sulla frana che, a Rigopiano in Abruzzo, il 18 gennaio 2017 causò la morte di 29 persone.

La VI Sezione Penale, dopo le udienze dei giorni 27 e 28 novembre 2024, all’udienza del 3 dicembre 2024 in accoglimento parziale del ricorso del Procuratore generale presso la Corte di appello di L’Aquila, ha riformato la decisione dei Giudici di merito disponendo l’annullamento della sentenza di appello che, come già quella di primo grado, aveva escluso la responsabilità dei dirigenti del Servizio di Protezione civile della Regione Abruzzo per i reati di disastro colposo e omicidio e lesioni plurime colpose.

Con riguardo al Sindaco di Farindola e al tecnico del Comune dell’epoca dei fatti, nonché ai due funzionari della Provincia di Pescara condannati dalla Corte di appello per omicidio e lesioni colpose plurimi, la Corte di cassazione ha annullato la sentenza impugnata e ha disposto un nuovo giudizio di appello per rivalutare le loro posizioni.
La Corte di cassazione ha, poi, confermato la condanna dell’allora Prefetto di Pescara per i delitti di omissione di atti d’ufficio e di falso ideologico in atto pubblico, nonché del Capo di Gabinetto della stessa Prefettura per falso ideologico in atto pubblico.
Sono state, altresì, confermate le assoluzioni disposte in primo e secondo grado per il delitto di depistaggio contestato al Prefetto e ai suoi funzionari.
Sono state, infine, confermate le condanne del gestore dell’albergo e del geometra che aveva redatto la relazione allegata al permesso per la ristrutturazione dell’albergo stesso per i reati di falsità ideologica loro attribuiti.
Sui risarcimenti in favore delle parti civili si deciderà all’esito del giudizio di rinvio.

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