Un milione e mezzo di ettolitri, il Lazio torna a produrre vino. Roma traina, bene Latina, in ripresa Frosinone, male Rieti e Viterbo
28 Gennaio 2025Lazio – La tregua concessa peronospora nel corso del 2024 ha permesso ai viticoltori laziali di riprendere fiato e spingere la produzione fin quasi al milione e mezzo di ettolitri. Per l’esattezza, secondo una elaborazione di Coldiretti Lazio su dati Istat, gli ettolitri di vino prodotti nella Regione sono stati un milione e 470 mila superando di circa mezzo milione di ettolitri la produzione del 2023 che si era fermata a 981.700 ettolitri.
L’incubo, per ogni coltivatore di viti, è e resta la peronospora, una malattia fungina che, agevolata dalle condizioni climatiche sempre più estreme, attacca le viti riducendone le capacità produttive fino quasi ad azzerarle come accaduto nella stagione 2022/2023 e, con esse, anche la tenuta economica delle aziende agricole e dell’intera filiera vitivinicola.
I danni ai vigneti, in particolare a Roma, nel viterbese e nel pontino sono evidenti ma le botti piene, stipate nelle cantine, fanno tirare un sospiro di sollievo anche se, i produttori ne sono certi, la guerra alla peronospora e tutt’altro che vinta. Dai 20mila ettari coltivati nel Lazio con 82 diversi vitigni di cui 35 autoctoni si producono 36 vini tra Dop, Igp e Docg. La regione resta la sesta in Italia per prodotti certificati, con 27 Dop 3 Docg e 6 Igp.
Le 19mila aziende del territorio che fanno confluire il prodotto nelle 450 cantine hanno prodotto negli ultimi tre anni un fatturato annuo medio pari a 230 milioni. Gli effetti negativi provocati dalla malattia negli anni precedenti hanno fatto si che le aziende stanno avendo molte difficoltà anche a mantenere gli impegni rispetto alle misure di settore, come la ristrutturazione e riconversione dei vigneti, investimenti e promozione, con il rischio concreto di perdere preziose risorse del bilancio comunitario. Da qui la richiesta di Coldiretti alle istituzioni comunitarie e nazionali di strategie concrete per il settore, a partire da finanziamenti per ricerca e investimenti volti a contrastare e mitigare gli effetti avversi dei cambiamenti climatici, con un ruolo centrale ricoperto dalle Tecniche di evoluzione assistita (Tea) e l’Agricoltura di precisione (Adp).
Il quadro regionale della “vite” vede Roma concedere ai vigneti un’area di 10.700 ettari producendo da sola nel 2024 quasi un milione di ettolitri, 960.700 per l’esattezza, in crescita rispetto all’anno precedente (893.770 ettolitri).
A seguire Latina dove la produzione di vino è quasi raddoppiata. Nella campagna vitivinicola 2024 sono stati prodotti complessivamente oltre 231.400 ettolitri, contro i 134.900 dello scorso anno. La superficie utilizzata a vigneto nella provincia pontina di oltre 4.300 ettari.
Al terzo posto Viterbo che ha raggiunto un totale di 144.600 ettolitri, anche se qui la produzione, a causa della malattia, è stata leggermente più bassa dello scorso anno quando si erano registrati 144.900 ettolitri. A determinare questo calo sono le conseguenze della peronospora che ha causato gravi danni alle viti e compromettere a capacità produttiva dei vigneti. La superficie utilizzata a vigneto è di circa 2.500 ettari.
Netto recupero, invece, la provincia di Frosinone, dove dopo una produzione fortemente danneggiata dalla peronospora che aveva portato nella stagione 2023/2024 ad una produzione di poco più di 58.200 ettolitri, quest’anno è risalita ad oltre 102.500 ettolitri, anche se la produzione resta inferiore alla media annuale che nel 2022 aveva raggiunto oltre 135.400 ettolitri. La superficie utilizzata a vigneto è di circa 2.300 ettari.
Chiude la classifica del Lazio il comune di Rieti, dove le conseguenze della peronospora non hanno inciso particolarmente. Quest’anno, infatti, è stata raggiunta la produzione di 31.800 ettolitri a fronte dei 30.500 dello scorso anno e dei 31.700 del 2022. La superficie utilizzata a vigneto è di circa 550 ettari.
Nonostante i dati quest’anno sembra essere in media con le annate migliori resta, nel settore, un clima palpabile di incertezza.
“Quest’anno nel Lazio siamo tornati ai livelli di normalità per la produzione di vino, dopo gli ingenti danni causati dalla Peronospora, che comunque ha compromesso la capacità produttiva dei vigneti, soprattutto in alcune zone della nostra regione” dice il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri. “Abbiamo subito chiesto lo stato di calamità e ottenuto finanziamenti per il settore – aggiunge-. La produzione resta, però, costantemente a rischio a causa degli effetti causati dai cambiamenti climatici. Un fattore che ha inciso anche sui costi di produzione, riducendo i margini e la redditività delle aziende. In questa campagna vitivinicola la vendemmia è scattata in largo anticipo e non è mai stata così precoce per effetto dei cambiamenti climatici con il caldo e la mancanza di pioggia, che hanno accelerato la maturazione delle uve. La qualità del vino si conferma ottima”.
Ermanno Amedei