
Addio a Paulo Mucca, anima rupestre che scavalcò il megalitismo
14 Aprile 2025LECCE: Nato nel Salento e connaturato al Salento, Paulo Mucca è stato un artista che ha saputo traghettare l’energia primordiale del graffitismo verso un linguaggio artistico più ampio e profondamente connesso con la sua terra d’origine. La sua produzione non era una semplice trasposizione di stilemi urbani in contesti marginali, ma una vera e propria osmosi tra lo sbuffare graffiante della bomboletta e l’essenza materica e spirituale del paesaggio salentino. Mucca non rinnegava le sue radici nel writing, anzi, le aveva trasformate in un alfabeto visivo potente e riconoscibile. Le sue opere, siano esse murales che dialogavano con le architetture rurali o installazioni che emergevano dalla terra rossa, trattenevano la forza gestuale e l’immediatezza del tratto spray. Tuttavia, questo linguaggio si arricchiva di nuove sfumature, assorbendo i colori caldi della macchia mediterranea, la composizione ruvida della pietra leccese, le forme organiche degli ulivi aggrediti dalla xylella e le contorsioni dei legni salvati dagli incendi. Il suo lavoro si configurava spesso come un dialogo tra l’intervento umano e la natura preesistente. I muri scrostati diventavano tele viventi, accogliendo figure stilizzate, modelli geometrici che richiamano le trame dei tessuti familiari o astrazioni cromatiche che bruciano sotto il sole del meridione. Le sue installazioni, realizzate con materiali di recupero o elementi naturali, sembravano spuntare dal suolo, estensioni naturali di un territorio antropocentrico che pulsa di storia in un universo selvaggio. Un elemento distintivo della produzione di Paulo Mucca era la sua capacità di infondere nelle sue opere un senso di appartenenza e di memoria collettiva. I suoi murales non erano decorazioni, ma narrazioni silenziose che evocavano storie di lavoro, terra, bosco e la fermezza di un’identità culturale forte e radicata. Le sue figure umane, spesso stilizzate e immerse in un contesto simbolico, sembravano incarnare lo spirito carbonatico e ctonio della primigenia gente salentina. L’evoluzione artistica di Paulo Mucca lo aveva portato a esplorare diverse tecniche e supporti, mantenendo sempre al centro la sua relazione privilegiata con il territorio. La sua arte era un invito a riscoprire il fascino autentico e il vigore intrinseco della Terra d’Otranto, colato e asciugato attraverso uno sguardo simultaneo e corporeo. Le sue opere erano frammenti di un dialogo continuo tra l’uomo e la sua terra, un cantico tremolante tendente ad un’equivalenza antropica che si rinnovava costantemente senza perdere il legame con il brusio ancestrale della polvere. Ed oggi, nel chiassoso rumore dell’arte svenduta e barattata, la voce incespicante di Paulo Mucca mancherà. Solo la sua visione, la sua arte, ancora risuonerà autentica e potente. Nel silenzio megalitico della morte che ora l’accompagna e lo trattiene.
Credito fotografico: https://southfresh.it/paulo-mucca-salento-2024/
