Latina: striscione “W la fica” appeso al muro di casa durante il Gay Pride

Latina: striscione “W la fica” appeso al muro di casa durante il Gay Pride

25 Giugno 2017 0 Di Felice Pensabene

Nella giornata di ieri, 24 giugno, la città laziale di Latina ospitava il Gay Pride. Più di 300 le persone riunite in centro, fra le quali il presidente della regione Nicola Zingaretti e il celebre cantante pop Tiziano Ferro, il cui coming out risale a pochi anni fa. Un uomo ha tuttavia affisso fuori dalla finestra di casa uno striscione con la scritta “W la fica” scatenando, accanto alle risate, fior di proteste. Quella che voleva essere una provocazione puramente innocente e goliardica, a dire del burlone autore del gesto, è terminata con la visita dei carabinieri, che hanno imposto la rimozione dello striscione, posto in via Silvio Pellico. L’uomo, un imprenditore rimasto anonimo, ha poi scritto un messaggio alla redazione del sito latina24ore.it, spiegando le sue ragioni: “Non sono un omofobo, ho voluto solo riaffermare i miei gusti sessuali. (…) La mia azione provocatoria è per sottolineare il fatto che viviamo in un mondo ricco di ipocrisie. Che differenza c’è fra un gay e un etero? Nessuna! Perché dobbiamo creare minoranze? I gusti sessuali fanno parte di una sfera personale. Perché farne una manifestazione? (…)”. Chiarite le sue posizioni, lo spunto di riflessione offerto desta comunque sospetti sulle fondamenta stesse della tipica sfilata gay, nata negli Stati Uniti e diffusasi in diversi Paesi, soprattutto europei. L’obiettivo comune è certamente quello di sconfiggere l’omofobia, andando a sfaldare gli infondati dogmi etico-religiosi del passato che ne fanno, allora come oggi, un vero e proprio problema sociale. Perché dunque non farlo sui banchi di scuola ma nelle strade, porsi in maniera tanto enfatica, a tratti aggressiva, se la comune volontà è quella di rendere pari merito a quale che siano le tendenze sessuali dei cittadini? Innalziamo le bandiere arcobaleno, perché poi far vergogna di un manifesto filo-femminile? Forse, la vera questione è: l’Italia è davvero pronta – e aperta – a un dibattito sul piacere sessuale, indifferentemente dal genere? Quanti sfottò, sorrisetti allusori, tabù di natura intima e persino discussioni sull’abbigliamento dovremo ancora alimentare e additare, prima di capire l’importanza dell’argomento e lasciare alle future generazioni il privilegio di muoversi liberamente in questo campo? Un privilegio che, paradossalmente, siamo i primi a negare a noi stessi.

Giulia Guerra